In una cornice che più bella non si poteva desiderare, sono venuti a farci visita â portando in dono la loro musica alla Madonna di Fatima di San Salvo Marina â e a tutto il numeroso pubblico presente, i giovani strumentisti dellâorchestra del Trentino Musica fuori tempo che, insieme a quelli della nostra sansalvese Musica... in crescendo, stanno trasformando queste serate estive in una serie di appuntamenti indimenticabili. Le vetrate della Chiesetta erano illuminate a festa, che, il buio tenero della notte di mezza estate, smorzava appena per creare lâatmosfera di una fiaba. Gli uditori erano disposti con uno spirito di raccoglimento da far sembrare rumoroso persino il proprio respiro.
La disposizione delle sedie sul prato circostante, è stata un idea felicissima: la musica, non è esclusiva dei teatri o dei luoghi chiusi; allâaperto, sullâerba, con lo sfondo della Chiesetta costruita dai pionieri della Contrada Stazione è stata un esperienza spirituale, oltre che un'intensa emozione.
Ha introdotto il parroco di San Salvo Marina don Mario Pagan, con una preghiera che ha ripreso da quel capolavoro di spiritualità mariana di don Tonino Bello che è Maria, donna dei nostri giorni, di cui riportiamo un passaggio: «Santa Maria, donna bellissima, attraverso te vogliamo ringraziare il Signore per il mistero della bellezza. Egli lâha disseminata qua e là sulla terra, perché, lungo la strada, tenga deste, nel nostro cuore di viandanti, le nostalgie insopprimibili del cielo».
Il giovane maestro Massimiliano Rizzoli di Martignano (Tn), ha iniziato ringraziando la città tutta per lâaccoglienza e la cordialità di cui tutti sono stati oggetto. Erano presenti: il presidente del consiglio comunale Eugenio Spadano, lâassessore alla Cultura Giovanni Artese e la dirigente dellâIstituto Comprensivo 2 Anna Orsatti e, naturalmente, alcuni organizzatori che si sono spesi per la buona riuscita di questo piccolo/grande Progetto Erasmus musicale tra San Salvo e il Trentino, tra cui: lâinsegnante di musica Maria Aurelia Del Casale, Patrizia DâAndreomatteo, Tiziano Cardone e Maria Teresa Antonini.
Il maestro Rizzoli, con le sue evidenti doti di comunicatore non solo musicale, ma anche umane, ha presentato il menu della serata: un repertorio â che ha definito â a la carte. In pratica, ha chiesto ai presenti di suggerire delle emozioni che gli strumentisti avrebbero trasformate in note. Il primo suggerimento/emozione è stato: 'eternamente' cui è seguito un brano che, con la sua melodia ha scalato il cielo, seguita da lâemozione 'energia', cui lâorchestra ha risposto con un classico del ritmo latino americano dal nome Tico tico che, molti di noi ancora canticchiano. A seguire, lui stesso, ha proposto lâemozione de 'lâavventura', musicalmente espressa con diversi brani di musica Kletzmer (la musica ibrida nata dal connubio tra Ebrei della diaspora con quella tipicamente tzigana dei paesi dellâEst Europa.
Per lâemozione 'danza' invece, ci ha offerto uno dei brani più suggestivi del grande Brahms: la danza ungherese n. 5. A seguire, ancora brani di Brahms e Vivaldi. Non è mancato, alla fine, un pezzo di virtuosismo strumentale di due giovani al clarinetto dal titolo: Toy Story.
Diversi membri di questo stesso gruppo sono reduci da unâesperienza intensa vissuta nellâambito di un progetto interreligioso che ha visto uniti giovani delle tre grandi religioni monoteistiche e, persino i Drusi, vissuto nel kibbutz israeliano 'Sasa' a Maalot in Alta Galilea. Un progetto italo-israeliano dal nome Tu cresci con la musica, in unione con la locale Associazione Bereshit la Shalom.
Nel filmato - proiettato tra un brano e lâaltro - era riconoscibile padre Pietro Kaswalder, un grande studioso altoatesino di Geografia biblica - recentemente scomparso - di cui, con il maestro Rizzoli, abbiamo condiviso dei ricordi personali.
Oltre la musica e le splendide esecuzioni, abbiamo ammirato la dedizione del Maestro Rizzoli (padre di 6 figli) che riesce a tenere uniti con amore e autorevolezza i ragazzi, di cui conosce: la pedagogia, lâapproccio paterno, i linguaggi, il respiro, altro. Lâanima nascosta di questo ensemble è lâeconomo Fausto DâAuriz che risolve tutto ciò che câè da risolvere oltre la musica.
Il nome di Orchestra fuori tempo è stato dato per via dellâesordio fuori tempo, cioè, quando sembrava tardi per mettere insieme dei giovani musicisti dalle file ormai esauste dellâoratorio parrocchiale e, giustamente, agli inizi anche ritmicamente parlando, erano fuori tempo. Le magliette arancione che indossano non sono di simpatizzanti Zen, come qualcuno ha potuto pensare ma, il dono di uno sponsor.
La musica è sempre stata definita 'linguaggio universale', in altre parole - un linguaggio più che una lingua, comprensibile a tutti - che non conosce: frontiere, idiomi, razze, culture e religioni. Ci si interroga però, da dove nasce questa comprensibilità che unisce, affratella e ci rende..vasi comunicanti.
Universale deriva da universo, quell'alveo immenso che ci contiene e ci mette in relazione non solo con gli altri, ma con tutte le realtà di cui, esso, è sconfinato 'contenitore' in evoluzione. Lâuniverso ha le sue leggi matematiche e scientifiche, i suoi colori, la sua vita i suoi suoni. Impensabile un universo che non abbia 'armonie sonore' soprattutto sconosciute. Con questo concerto ne abbiamo captate e interiorizzate solo una parte infinitesimale.
Il Maestro Rizzoli ci fa anche dono di alcuni suoi aforismi: «si suona non per se stessi ma per donare agli altri» e ancora: «la musica migliora in primis chi la interpreta creando in lui risonanze inedite e spunti per il divenire».
Il nostro ringraziamento, a tutti i giovani artisti ospiti e a quelli locali, lo esprimiamo con il glossario degli 'andamenti' musicali - che sono in italiano per convenzione mondiale - e, dunque, validi anche per la nostra città di San Salvo e questa meravigliosa iniziativa: adagio, andante, moderato, allegretto, allegro, vivo... con fuoco.
Cari ragazzi questa serata e le altre, sono state e continueranno ad essere per noi tutti, una bella ârapsodiaâ ..oltre il tempo, ..in crescendo che non vi farà dimenticare.
FOTO DI INES MONTANARO
RIPRESE E MONTAGGIO DI MARCO SCIULLO