Gesù è dichiarato Figlio di Dio, anzi âil Figlio mio, lâamatoâ (Lc 3,22) o âil beneamatoâ in cui il Padre si compiace perché compie la sua volontà . La sua obbedienza spalanca nuovamente la via del Paradiso e la maledizione che pesava sugli uomini, rappresentata dalla spada fiammeggiante del Cherubino, è ormai un ricordo del passato. In Gesù è manifestata la relazione Padre-Figlio, che diviene lâesempio del nuovo modo di porsi dellâuomo nei confronti di Dio.
La preghiera di Gesù assurge a modello della preghiera nostra nellâintimità e nella fiducia. Lâevento di oggi ha manifestato lâidentità di Gesù ma definisce anche la nostra: siamo figli adottivi, per cui ci può essere anche per noi un dialogo fiducioso e sincero con il Padre celeste. Per mezzo dello Spirito, infatti, portatore di novità interiore, abbiamo lâaccesso al Padre, ossia allâeredità eterna. Tale dono suppone una rottura con il passato di peccato e volontà di instaurare un nuovo modello di vita che lâapostolo esprime in termini di âsobrietà , giustizia e pietà â (Tt 2,12). Lâevento battesimale, infatti, tocca lâesistenza dellâuomo e lo rinnova radicalmente a partire da un nuovo modo di porsi nei confronti di se stesso (la sobrietà ), del prossimo (la giustizia) e di Dio (la pietà ).
La festa del battesimo di Gesù richiama alla virtù della coerenza. Una virtù molto declamata, ma poco praticata. La coerenza è quella virtù per cui uno agisce come pensa e pensa come agisce. Ricordando il nostro battesimo dobbiamo chiederci se la nostra vita cristiana è in coerenza con quanto professiamo. Già Seneca, diceva: âDobbiamo dire ciò che sentiamo, e sentire ciò che diciamo: la nostra parola deve concordare con la nostra vitaâ. Se un cristiano non avverte lâimpegno di rendere conto della propria fede; se non sente lâurgenza di trasmetterla agli altri, per contagio, non è neppure cristiano, rinnega il proprio battesimo. Dice Giovanni il Battista: âviene uno che è più forte di me,â¦: costui vi battezzerà in Spirito Santo e fuoco â (Lc 3,16).
Credo che sono ancora valide le parole di santa Caterina da Siena: âSe sarete quello che dovete essere, metterete fuoco in tutta Italiaâ. Sì, se noi fossimo quello che dobbiamo essere, il fuoco di Cristo divamperebbe nel cuore della gente. à necessario che col nostro esempio, con le nostre parole, con la nostra coerenza, presentiamo un cristianesimo più attraente. Ci sono, purtroppo, cristiani che rendono subito antipatico il cristianesimo con il loro comportamento. âDobbiamo correggere lâidea che il cristianesimo sia semplicemente una raccolta di divietiâ (Benedetto XVI), dobbiamo mostrare e dimostrare la gioia di essere cristiani.
à bello essere cristiani, così come è giusto credere! Il cristiano deve essere un uomo straordinario! Se siamo prevedibili, ripetitivi, non meritiamo più attenzione, diventiamo insignificanti, trascurabili, perché non riusciamo più a sorprendere e annulliamo la novità della buona novella. Il mondo, oggi più che mai, ha bisogno di cristiani capaci di compiere gesti insoliti, provocatori. Dobbiamo lasciarci contagiare dalla straordinarietà della fede! âDove non câè questo fattore singolare, straordinario, non câè nulla di cristianoâ (Dietrich Bonhoeffer).
Un cristiano si rende visibile e credibile solo con lo straordinario! Di noi non si dovrebbe mai dire: âFanno lo stesso!â (cfr Lc 6,32). Gesù pretende che compiamo gesti straordinari, che facciamo cose mai viste, che ci rediamo protagonisti di azioni inaudite. Tutto questo, però, come un fatto ordinario, quasi scontato. In un mondo grigio, dove la televisione detta mode e modi di vita, âil cristiano o è lâuomo del paradosso o è lâuomo della banalità !â (A. Pronzato). Signore, concedimi di comprendere sempre più che in Te sono rinato, in Te la condanna è rimossa e il Paradiso è ormai alla mia portata.