Chi si ricorda delle scarpe con "li cindrel" (chiodi)?

Le scarpe di una volta

Guido Vitelli
24/10/2016
Attualità
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Una volta le scarpe in uso erano le scarpe chiodate fatte su misura. Anche quelle della festa erano chiodate in modo che potessero resistere di più all'usura, erano scarpe fatte a mano dai nostri calzolai artigiani, usavano suole che tagliavano con i loro coltelli sulla forma dei nostri piedi. (Scarpe di curame) = (di vera suola) anche di (Vacchetta = di pelle di vitello)

Sotto le suole mettevano chiodi a testa tonda e liscia per le scarpe femminili, mentre per gli uomini alle alte chiodi a doppia testa, per le basse, chiodi a testa tonda e rigate con ferri a mezza luna alle punte e ai tacchi.

Le basse a volte erano una tortura, sopra il calcagno procurava delle vesciche che ci facevano zoppicare sia a donne che uomini.
Le stesse erano scarpe della festa, quando si entrava in chiesa si camminava a passi lenti per non far rumore.

Per ripulirle a lucido si usava la ('nzogna) grasso di animale, il metodo era in uso anche per renderle impermeabili. I calzolai li riparavano anche.
A volte, se erano un poco stretti procuravano i calli, per evitare i tormenti del dolore, praticavano dei fori con i coltelli a punte, poi tornavano al calzolaio per metterci una pezza per evitare che ci entrasse l'acqua.

Oggi sono comode e costose, di gomma e plastica e non si riparano.

Non avevamo una scarpiera e il più delle volte le scarpe era un solo paio per la festa e per tutti i giorni.

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