Concordo con questa affermazione. Se non si plasma il carattere nei primi anni vita, attraverso una sapiente opera di cesello spirituale, si entra nel mondo senza la vera attrezzatura per vivere. E cominciano, allora, le delusioni, le ferite, le sconfitte. Ai nostri giorni, forse perché sono tanti quelli privi di educazione, sembra talora che proprio costoro siano i più fortunati. Entrano in scena con arroganza e sono rispettati; prevaricano e nessuno obietta; si mostrano volgari e sono applauditi. Tuttavia, anche se lâandazzo è questo, non lasciamoci condurre da questa deriva: câè, infatti, una dignità personale che vale infinitamente di più di un successo momentaneo e banale.
âA Napoli un semaforo rosso non è un divieto, è solo un consiglioâ (Luciano De Crescenzo). à necessario per tutti, credo, un ritorno non solo alla legalità in senso lato e alto ma anche in senso spicciolo e quotidiano. La sapienza biblica si preoccupa di ricordare che câé una presenza divina e quindi una risposta fedele da vivere e testimoniare anche nelle realtà modeste dellâesistenza. à per questo che, ad esempio, nel libro dei Proverbi troviamo persino norme di galateo. Insozzare le vie, imbrattare i muri, devastare ambiti e mezzi pubblici, non rispettare le norme del traffico, abdicare alle regole del vivere comune e della cortesia non sono, dunque, soltanto comportamenti disdicevoli a livello sociali e civili, lo sono anche in senso morale e religioso. à per questo che, come si educa a superare lâimmoralità della violenza, delle violazioni delle leggi penali gravi, della corruzione, così si devono combattere con fermezza il disprezzo nei confronti dei regolamenti, la prevaricazione verso i doveri civili più semplici.
La cronaca, purtroppo, ci mostra quotidianamente fenomeni di bullismo: video girati da studenti nelle scuole che riprendono atti sessuali, volgarità , degenerazione. Ora, tutti fanno finta di cadere dalle nuvole, ma questo è esattamente lo specchio della nostra società , il triste risultato dellâonda lunga della ârivoluzione culturaleâ, del âvietato vietareâ sessantottino e di chi ha lasciato fare. La difficile via dâuscita a questo punto è una sola: imporre lâordine, le regole, pretendere che la scuola, e in genere in ogni settore della vita pubblica, punti non alla quantità ma alla qualità . A mio modesto parere non è giusto che tutti abbiano tutto; il tutto bisogna conquistarselo. La nostra società , dove ci sono solo diritti e nessun dovere, non riesce più a esprimere genio, creatività , innovazione. Sarà difficile cambiare, anche perché i chiacchieroni che nel â68 facevano la lotta studentesca, pretendendo un mondo senza regole, oggi occupano tutti posti di potere. E se ne infischiano.
A volte i genitori cristiani si ritrovano soli a educare ai valori della fede tra i tanti venti di dottrine nefaste, soprattutto quando si tratta di affettività e sessualità secondo lâinsegnamento di Cristo e della Chiesa. Anche tra gli educatori di AC non si preoccupano di parlare orientando secondo la fede. E il rischio, o meglio, il risultato è che molti giovani dei gruppi ecclesiali, hanno due vite parallele: quella di bravi giovani che una volta la settimana frequenta lâAC, gli scout o i salesiani, e quella in cui nelle sere successive si concede al mondo in libertà , senza regole, perché nessuno le presentano loro. Câè in tutto questo sicuramente unâomissione da parte degli adulti cristiani! Forse si sta evitando volutamente certi temi e certe problematiche giovanili, per paura di perdere consenso. Ci basta che vengano a far numero.
O forse siamo i primi a non credere più a certi valori! Io non voglio mollare, anche perché i giovani sono bombardati dalla stupidità , dalla volgarità , dalla pornografia che trovano a piene mani nei programmi e canali a loro dedicati. à il caso, per i genitori cristiani e per i sacerdoti, di fare quanto è nelle nostre possibilità , parlando della bellezza della purezza, almeno fornendo loro un illuminato senso critico.
I ragazzi sono spesso deboli di fronte alle suggestioni del mondo. Câè unâindustria che li ha di mira continuamente, che specula con scientifica metodologia su di essi e sul loro desiderio di vita. Unâindustria che crea in loro una serie pressoché infinita di falsi bisogni; cattura le loro anime e le tiene legate, ben strette, in basso, dove regnano solo la quantità e le cose.
Di fronte al futuro e alle possibili molteplici vite che esso contiene, i modelli che più attraggono i nostri ragazzi sono quelli che luccicano di più, che gridano di più, che danno i risultati più appariscenti nellâeffimero volgere del tempo quotidiano. à la storia del âvitello dâoroâ che durerà fino a quando vi saranno gli uomini. à necessario trovare âragionamenti persuasivi per indirizzare i giovani allâamore del bene e del giusto, e per indurli a stringere fra loro legami di amicizia e di solidarietà reciprocaâ (Platone).
à necessario che âtrascuriamo le altre conoscenze per farci ricercatori e cultori solo di quella che mette in grado di riconoscere e di scovare lâuomo che saprà conferire la capacità , pratica e teorica, di scegliere sempre e in ogni caso la migliore vita possibileâ (Platone). Tutto il sapere, perciò, va ricondotto alla ricerca del Maestro in grado di indicare il modello della vita migliore che, con severa disciplina, sà condurre in altro, verso il bene e lâamore, verso la verità . Ma si tratta di fare fatica. Come nessuno pensa di poter migliorare la condizione fisica del proprio corpo senza la fatica della ginnastica e di una dieta, allo stesso modo nessuno deve pensare di poter progredire nella vita spirituale senza âfaticaâ. Senza il lavoro in questo mondo non si ottiene nulla; meno che mai, nella difficile lavorazione di se stessi.
Perciò è necessario che ricerchiamo non âuna spiritualità facile e gustosaâ¦vie dolci e dilettevoli, ma una dottrina solida e sostanziosaâ (San Giovanni della Croce).
âLodiamo pure i giovani, esaltiamo lâadolescenza, adoriamo estatici la puerizia. Ma ricordiamoci anche che gli uomini i quali hanno rinnovato il mondo sono sempre usciti da scuole dove i capricci e gli impeti della giovinezza erano corretti e frenati e dove i ragazzi si davano per modello gli uomini e le loro più stabili e provate virtù. La vite è sempre appoggiata allâolmo, non lâolmo alla viteâ (Ugo Ometti). Una sana e sobria lezione di saggezza educativa! Troppo spesso, infatti, ai nostri giorni, per evitare turbe o repressioni, si è inclini a concedere tutto ai ragazzi e ai giovani, lasciandoli così nella loro âimperfezioneâ, correndo il rischio di avere eterni bambini, coccolati e capricciosi.
à per questa via che si creano persone immature e tuttâaltro che grate a quanti hanno concesso loro tutto. Anche il giovane, infatti, riesce a capire, di là dal suo spontaneo egoismo, che ciò di cui ha realmente bisogno è altro e che questo âaltroâ è da conquistare con fatica. San Giovanni Paolo II non ha mai edulcorato la provocazione e la severità dellâannuncio evangelico e le esigenze che i veri valori comportano. Lâolmo solido e sicuro è necessario alla vite flessibile perché essa dia frutto.