San Salvo aveva un porto sulla foce del Trigno: la conferma dalle ricerche archeologiche

GIUSEPPE CATANIA
18/03/2018
Attualità
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Che San Salvo avesse un porto è comprovato da numerosi riferimenti provenienti dagli autori latini dell'antichità.
Peraltro,è noto che il fiume Trigno, come scrivono numerosi autori antichi, fosse navigabile, e cioè "Trinum Portuosum" (il fiume Trigno è così descrit­to perché il suo estuario era diviso in tre parti, cioè "trinum").
Tra le iniziative che l'amministrazione comunale di San Salvo mise in cantiere nel 2008, una campagna di scavi nella zona cosiddetta del "Qua­drilatero" in adiacenza a piazza Giovanni XXIII. Gli scavi vennero eseguiti da un gruppo di archeologi americani sulla base di un accordo sottoscritto con l’Università di Oberlin (Ohio) e il Forest Service del Dipartimento di Stato per l'Agricoltura degli USA, con a capo rispettivamente Susan Kane e Susan Barnes. 

La stampa allora diede ampio risalto per l'inizia­tiva intrapresa dall'amministrazione comunale di San Salvo intenzionata alla riscostruzione della antica storia della città.

Vennero,allora, configurati reperti di epoca romana, già affiorati nel 1997 sotto le mura dell'anti­ca Abbazia di "San Vito de Trineo" (sec.I e IV d.C.) con il rinvenimento di "torchi" e "vasche" di va­sellame per la produzione e la conservazione di vi­no ed olio (le cosiddette "dolia"),nonché tracce evidenti di un acquedotto.

Le ricerche archeologiche per la delimitazione dell'an­tico porto fluviale sono proseguite anche con l'inten­to di recuperare un monastero benedettino (Grancia) i cui monaci erano attivamente impegnati a coltivare e produrre frutta.

Successivamente,anche la Cooperative Parsifal di Davide Aquilano e Marco Rapino ha proseguito la cam­pagna di scavi con la scoperta di nuovi reperti,confer­mando quanto gli archeologi statunitensi avevano descritto.

Sulla esistenza di un approdo a San Salvo si ha cer­tezza anche attraverso avvenimenti realmente accaduti, con le frequenti scorrerie dei pirati turchi, che provenienti dal mare,si spingevano, navigando sul Tri­gno, penetrando all'interno dell'abitato,attraverso la "Porta della Terra", provocando terrore per la popolazione.

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