La vita è un dono meraviglioso e di cui ognuno è custode. Nessuno sa quando arriva lâora, il come e il dove ma ci sono delle circostanze, solitamente di amore, in cui lâattaccamento a quel dono (la vita) si alimenta grazie allâamore degli altri. Questa è la testimonianza di una famiglia che ha scelto di accudire in casa la nonnina quasi centenaria (li compirà il 5 febbraio 2019) nonostante i suoi tantissimi problemi di salute. Un medico che abita nel loro palazzo dice spesso âlei non si lascia andare perché percepisce il vostro affettoâ. Ad occuparsi di Maria Bruno sono fondamentalmente la nuora Delia e il suo unico figlio Antonio e lo fanno con unâinfinita tenerezza e semplicità , come se fosse la cosa più normale al mondo. Ogni giorno ha vicino anche la sua meravigliosa pronipotina, una bambina davvero molto solare che forse è così proprio perché respira questo clima di amore. Maria oggi è allettata, ha difficoltà ad aprire gli occhi, non parla più ma ogni tanto la senti canticchiare, anche di notte. Di seguito lâintervista al figlio e alla nuora.
Mi raccontate della vita di Maria?
Seconda di sei figli, è nata il 5 febbraio del 1919 a Roccaspinalveti in contrada Olmi. Lei ci teneva sempre a specificare il nome della contrada perché era come una grande famiglia in cui si volevano davvero bene e si aiutavano a vicenda. Lâinvidia e la gelosia non sapevano cosa fossero. Erano tutti legati se non da rapporti di parentela da quelli di comparato di battesimo, di cresima e/o di nozze. Nella sua contrada ha conosciuto anche colui che è diventato poi il suo marito, Leonardo Fiore. Vivevano con i proventi della terra e allevando animali da cortile. Andavano al lavoro allâalba e si ritiravano allâimbrunire. Durante la seconda guerra mondiale il marito è dovuto partire per la Russia. à tornato con i piedi congelati e non parlava mai di quanto aveva vissuto là . Ogni volta che tentava di farlo lo prendeva lâemozione e poi si fermava. Il resto della vita lâanno trascorsa in maniera semplice vivendo del lavoro di campagna. à rimasta vedova dieci anni fa. Lâanno scorso è caduta e da allora è rimasta allettata.
Che carattere aveva?
Era tutto per tutti! Come mamma non è mai stata di ostacolo ma anzi di incoraggiamento. Se aveva qualcosa non te la mandava a dire, te la diceva a chiare lettere. Suocera e nuora si sono sempre volute bene. Se ora lâaccudiamo ancora è proprio grazie a mia moglie (Antonio). Io lâho conosciuta più da malata che da sana ma le voglio bene e basta. (Paola, la nipote di Maria figlia di Antonio e Delia)
Accudire una persona anziana, soprattutto se allettata non è semplice, a voi cosa vi dà la forza per farlo?
Innanzitutto lâamore che abbiamo nei suoi confronti. Ci impegna 24 ore su 24 e non sempre è semplice. Lâanno scorso è capitato che per altri problemi oggettivi non ci permettevano di occuparci di lei e ci siamo organizzati con familiari e amici. Poi si fa e basta. La giornata si affronta giorno per giorno senza lasciarsi prendere dallo sconforto e dal pensiero âma domani come faccioâ. Altrimenti non si vive.
(Nella foto Maria Bruno con il figlio Antonio e la nipote Paola)