Sono trascorsi 10 anni esatti dalla prima scossa. Alle famiglie de LâAquila va la mia profonda solidarietà e profondo rispetto per il dolore dei superstiti. La Rai mandando in onda la fiction di Marco Risi âLâAquila. Grandi Speranzeâ conferma il suo ruolo di servizio pubblico che deve sensibilizzare tutta la nazione rispetto ai drammi che lâhanno funestata. Ho partecipato volentieri alla fiction dellâAquila perché la serie può rappresentare un altro modo per tenere alta lâattenzione su una tragedia che ancora è viva in quei luoghi e quindi può trasformarsi anche in uno strumento utile per cercare di rendere la vita degli abitanti più civile senza dare false speranze. Câè una bellissima poesia di un poeta Triestino Cortesi che dice âse vive sperando..â. I giovani hanno diritto di sperare a condurre una vita normale in un luogo vicino che sia consono e antisismico. Poi si penserà anche alla ricostruzione del centro dellâAquila con quei palazzi storici stupendi. La riflessione che mi sento di fare è che dobbiamo evitare di cedere alla irresistibile attrazione del credere alle bolle mediatiche, ossia al fatto che basta un giorno per ricordare o per mobilitarsi per poi pensare che sia risolto tutto. Non è così. Spesso dietro a queste bolle vivono speculazioni della comunicazione e della politica. Purtroppo non bastano neâ un giorno neâ una settimana per pulire il pianeta. O per affrontare altri grandi temi epocali che sono allâordine del giorno dellâagenda politica. E dunque anche i simboli di queste battaglie corrono il rischio di venire usati e gettati. Durano il soffio di un giorno o di una settimana. Ad esempio: che fine ha fatto ad esempio la bambina che giustamente sogna il pianeta terra pulito? Purtroppo esistono queste bolle mediatiche su cui la gente si appoggia per credere di aver risolto il problema invece èâ solo una panacea. Bisogna affrontare la vita anche con le difficoltà vere che presenta ogni giorno: sicuramente lâillusione aiuta a vivere meglio ma èâ meglio non vivere nella illusioneâ.