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Quale turismo per la città di San Salvo ? I nostri figli fra 20 anni lavoreranno ancora in Pilkington?

L'intervento dell'Avvocato Antonio Cilli

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A margine ed in relazione alla lettera dell’Avv. Andrea Faiello,  pubblicata su sansalvo.net il 23 Agosto u.s., mi permetto di intervenire nel dibattito sollevato dal collega per esprimere qualche spunto di riflessione.
Nella lettera di Faiello si fa cenno al processo di industrializzazione ed urbanizzazione di San Salvo degli anni 60 e 70, un processo che innegabilmente notevoli benefici ha portato alla nostra comunità in termini di richezza, sviluppo, lavoro…  e tuttavia viviamo oggi un tempo diverso :  quelle industrie che danno lavoro ad un terzo delle famiglie sansalvesi , dunque ancora essenziali per la nostra comunità, sono state vendute a multinazionali giapponesi ed evidentemente oggi rispondono a logiche che esulano da questo territorio.
 

Qualche mese fa il Cons. Reg. Giuseppe Tagliente faceva pubblicare una “provocazione” su Qui quotidiano, il titolo dell’articolo era questo:  “La Siv chiude e la Marelli emigra in USA. Una provocazione appunto che voleva stimolare il dibattito proprio sulla eventualità nefasta che questo territorio perda i siti produttivi della Pilkington e/o della Denso. […]Un Tentativo di  provocare un dibattito non più rinviabile sul modello di sviluppo da costruire in alternativa a quello fondato esclusivamente sull’automotive, rispetto al quale è opportuno chiedersi quanto potrà durare ancora (Giuseppe Tagliente)

Compito della politica è certamente quello di dialogare, concertare, creare le condizioni affinchè tutto questo non accada mai… ma dobbiamo essere consapevoli che l’ultima parola e l’ultima decisione non spetta al Sindaco di San Salvo o al governatore della Regione Abruzzo… l’ultima parola spetta ad una riunione di manager e azionisti ( che speriamo non si svolga mai ) in una stanza di Tokio.
 

Con queste premesse credo sia facile argomentare che la nostra comunità debba necessariamente rivolgere maggiore attenzione ai settori del turismo e della agricoltura avviando un processo,  certamente lungo, probabilmente decennale, che potrebbe portare ad una maggiore autonomia e soprattutto a un maggiore controllo delle fonti di ricchezza e di sviluppo del territorio.
Tralasciando in questa sede il settore della Agricoltura, voglio soffermarmi naturalmente sul turismo.
 

Siamo certi che la questione da discutere sia un presunto scontro fra “ospiti” e residenti ? Credo piuttosto che la questione fondamentale sia quale sviluppo vogliamo per la città di San Salvo, e credo che a questo dibattito possano partecipare a pieno titolo anche i non residenti che si sentono parte di questa collettività.
Per tornare alla lettera del Faiello, pur capendo il suo personale disagio e quello di molte ma non di tutte le famiglie che risiedono in estate a San Salvo Marina, non si comprende quale sia la “ricetta” turistica che ci viene proposta. Conservare lo status quo e alle ore 24 tutti a nanna ?
 

V’è da dire  che persiste anzitutto urbanisticamente un sostanziale disordine alla Marina di San Salvo che ha avuto uno sviluppo esclusivamente residenziale e in cui anche gli uffici sono oggi adibiti ad appartamenti per le vacanze …. E’ questo il turismo che si auspica ?
La verità è che bisogna fare una scelta, probabilmente non indolore: bisogna scegliere se fare di San Salvo Marina un centro termale ovvero se si vuole puntare sull’industria del divertimento. Le due cose, un po’ come l’acqua e l’olio, non stanno insieme… o si sceglie e si protegge l’interesse lecito e legittimo dei tanti Sig. Faiello o si sceglie e si protegge l’interesse di chi vuole vivere, lavorare e investire sul turismo. Fintanto che questa scelta non sarà fatta assisteremo ad interminabili controversie, anche legali, fra vicini che hanno sostanzialmente due interessi configgenti e contrapposti.
 

Personalmente propendo per la realizzazione di una vera e propria zona turistica ( nel piano regolatore ) alla Marina di San Salvo che disciplini le attività turistiche dando certezza agli operatori rispetto agli investimenti che fanno. Non deve più succedere che ogni anno si attende l’ordinanza ( altro che” in sordina”) come l’estrazione dei numeri del lotto ( quest’anno 2,30 l’anno scorso erano le 3), e che il sottoscritto sia chiamato in qualità di avvocato alle ore 1,30 di notte perché ci sono i carabinieri davanti al locale… Delle due l’una o queste attività si possono fare oppure no… non ci sono mezze misure.
 

Domani sera a Melpignano in Salento ( un comune di 2000 anime  ! )  si terrà un evento che può definirsi mondiale, la Notte della Taranta ( quindicesima edizione ) . Chissà cosa hanno pensato e fatto gli abitanti, le persone anziane e le famiglie residenti a Melpignano quando si è organizzata la prima edizione ( forse qualcuno avrà anche fatto causa… ) ma evidentemente in quel territorio è stata fatta la scelta di cui parlavo sopra.  Il Salento negli ultimi 15 anni è riuscito con la sua natura e le sue tradizioni a creare una vera e propria formula turistica vincente. Con un tamburello hanno costruito un economia, e noi ? La nostra Saltarella, la nostra Tarantella ? Noi che in Abruzzo abbiamo persino un paese che si chiama Taranta Peligna ?
Hanno venduto lu mare lu sole e lu vento, le magliette, la musica, i prodotti tipici, gli spettacoli… lavora un’intera comunità. Prima dei salentini lo stesso sistema è stato adottato dalla riviera Romagnola, di cui tutti conosciamo la formula e certamente può rappresentare un ulteriore esempio illuminante su qual' è la strada da percorrere per fare turismo.
 

Ieri sera sono stato in uno stabilimento balneare sansalvese che teneva una serata con dj: c’erano a lavorare 6 baristi, 2 persone alla cassa, 4 addetti alla sicurezza, 2 dj… 14 posti di lavoro in un solo stabilimento balneare… senza contare il lavoro del grafico pubblicitario, della tipografia, dell’azienda che fornisce le bevande, delle agenzie pubblicitarie ecc. ecc.
E’ ora di smetterla di considerare questo mondo come un mondo di rumorosi perdigiorno: questa è l’industria del divertimento.

Viva l’industria del divertimento !
 

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