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Abruzzo: qualità delle acque di balneazione in picchiata, San Salvo una delle poche 'oasi'

Il mare sansalvese si attesta nelle classi 'Buono' ed 'Eccellente'

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La qualità delle acque di balneazione crolla in Abruzzo e San Salvo Marina resta una delle poche 'isole felici'. La Regione ha pubblicato qualche giorno fa la classificazione delle aree di balneazione lungo la costa abruzzese (basata sui dati del quadriennio precedente 2010-2013), rilanciata dal Forum Abruzzese dei Movimenti per l'Acqua. Lo scenario non è dei migliori: la qualità è scesa in molte delle località marine abruzzesi peggiorando il quadro già sconfortante del 2013 (che aveva portato il ministero della Salute a inserire l'Abruzzo tra le peggiori d'Italia).

In questo scenario il litorale sansalvese può vantare ancora il massimo della qualità per due delle tre stazioni di rilevamento. Tre le stazioni di monitoraggio individuate dalla Regione: 650 metri a sud dalla foce del torrente Buonanotte, 700 metri a nord della foce del fiume Vecchio Mulino e zona antistante foce del fiume Vecchio Mulino. Nel primo caso le acque di balneazione si attestano nella classe 'Buona', mentre per le altre due stazioni raggiungono la qualità massima 'Eccellente'. La classificazione - emersa dai dati delle analisi del personale della Regione - è rimasta praticamente invariata rispetto all'anno scorso.

Nella vicina Vasto sono state monitorate le acque di 13 stazioni: 2 sono nella classe 'Scarsa' (zona antistante 'Fosso della Paurosa' e 200 metri a nord del 'Fosso Lebba'), 2 nella classe 'Suffciente' (300 metri a sud della foce del fiume Sinello e zona antistante 'Fosso Marino'), una non classificabile (300 metri a sud di 'Fosso Lebba'), 1 'Buona' (zona antistante foce del torrente Buonanotte) e resto è nella classe 'Eccellente'.

Tra le zone più critiche ci sono quelle di Martin Sicuro, Alba Adriatica, Roseto, Giulianova, Pineto, Città Sant'Angelo e San Vito Chietino. A destare particolare preoccupazione sono le acque di balneazione di Ortona: su 15 stazioni monitorate, 7 sono nella classe 'Scarsa', 1 in 'Suffciente', 3 in 'Buona' e solo 4 in 'Eccellente'.

Questo il confronto con le analisi dell'anno scorso (116 stazioni monitorate contro le 117 di quest'anno):
- CLASSE 'ECCELLENTE': dal 68% di tratti del 2013 al 46%;
- CLASSE 'BUONA': dal 9,5% del 2013 al 25% del 2014;
- CLASSE 'SUFFICIENTE': dall'8,5% del 2013 al 10% del 2014;
- CLASSE 'SCARSA': si passa dal 14% del 2013 al 19% del 2014.

L'ALUNNO IMPREPARATO - Sotto accusa c'è una gestione delle acque inadeguata. Il decadimento nella classificazione delle aree balneari è lo specchio dello stato vergognoso di gran parte dei fiumi abruzzesi. I corsi d'acqua regionali sono spesso trasformati in vere e proprie fogne a cielo aperto: da una parte scarichi non autorizzati e sversamenti di rifiuti di ogni genere, dall'altra l'assenza di una programmazione seria sulla depurazione. Ancora oggi tantissimi comuni che affacciano sui principali fiumi della regione non hanno un impianto di trattamento delle acque.

La situazione abruzzese è conosciuta anche in Europa. L'Unione Europea ha infatti fissato per il 2015 il raggiungimento dello stato 'Buono' per tutti i nostri corsi d'acqua. Un obiettivo ancora lontano: il 68,5% di torrenti e fiumi è nelle classi 'Sufficiente', 'Scarso' e 'Cattivo'; nel Vastese c'è uno dei corsi più inquinati, il torrente Cena.

La Regione, a fronte di tale sollecito dall'Ue, sta cercando di far approvare un piano di tutela delle acque con il quale si chiede una deroga fino al 2027. Insomma, gli amministratori regionali adottano la tattica dell'alunno impreparato: per evitare sanzioni non si stringe la cinta su una gestione delle acque scadente, ma si chiede di essere nuovamente 'interrogati' fra... 12 anni.

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