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Marchese multato per una manifestazione del 2011, «non sono come gli altri»

Centinaia di persone bloccarono il traffico a Pescara

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L’ex sindaco di San Salvo, Gabriele Marchese, annuncia ricorso contro la maxi-ingiunzione prefettizia arrivata da Pescara. I fatti si riferiscono al 20 maggio 2011, quando Marchese insieme ad altri sindaci (aderenti alla 'Rete sociale dei sindaci') e cittadini abruzzesi – circa 300 persone complessivamente – si recò sotto la sede pescarese della Regione, in viale Bovio, per protestare contro i tagli alla spesa sociale che mettevano a rischio i livelli minimi di assistenza. Il presidente Gianni Chiodi e gli altri membri della giunta non si fecero trovare e i manifestanti raggiunsero la strada tra le auto di passaggio; in poco tempo si formarono lunghe code. La Digos, fino a quel momento presente in modo 'discreto', invitarono l'ex sindaco a rimuovere il blocco, cosa che non avvenne. Gli agenti decisero così di identificare e multare solo l'allora sindaco sansalvese. Una linea dura messa che, probabilmente, doveva essere d'esempio anche per i continui blocchi del traffico promossi dalla Marineria che all'epoca protestava contro l'insabbiamento del porto.

Oggi il prefetto pescarese Vincenzo D’Antuono chiede a Marchese di saldare il conto di 2.548 euro per blocco del traffico. Il blocco stradale è stato depenalizzato nel 2001 e ad oggi quello che coinvolge Marchese è il primo caso del genere (seppur la multa è quella minima prevista): una sanzione per una manifestazione politica organizzata insieme ad altri amministratori locali per il taglio dei finanziamenti regionali. 

Marchese spiega e ripercorre le tappe di quanto accaduto tre anni fa: «Io ero tra gli organizzatori della manifestazione che venne segnalata in anticipo, come da prassi, alla prefettura. Quel giorno ci siamo limitati a “passeggiare” sulle strisce pedonali rallentando il traffico per 7-8 minuti, dopo non essere stati ricevuti da Chiodi. Quando la sanzione arrivò in Comune, nell’agosto 2011, ho presentato le mie controdeduzioni come sindaco, avendo agito nell’esercizio delle mie funzioni, ma poi non ho saputo più niente. Oggi è arrivato il conto. Chi paga? Solo Gabriele Marchese, nonostante fossimo in 40, 50 sindaci in fascia tricolore. Ho già dato mandato al mio legale per il ricorso».

Marchese – oggi candidato alle Regionali con Abruzzo Civico – però non si pente: «È la dimostrazione che non sono come gli altri. Mentre c’è chi con i soldi pubblici si arricchisce, io pago di tasca mia l’aver manifestato in difesa dei cittadini».

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