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Nel 2014 perse 303 aziende artigianali in provincia di Chieti

È uno dei risultati peggiori d'Italia

redazione
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La provincia di Chieti si conferma la maglia nera d’Abruzzo per quanto riguarda l’andamento delle imprese censite sul territorio con 303 aziende in meno registrate nel 2014 rispetto all’anno precedente. È quanto dice un’indagine condotta da Confartigianato che ha analizzato dati nazionali.

«Urgono politiche di sostegno ad una categoria in difficoltà ma che sembra finalmente vedere la luce - afferma Daniele Giangiulli, direttore provinciale Confartigianato Chieti - grazie alla diminuzione del costo del petrolio e ad un incremento significativo dell’export riscontrato in provincia di Chieti nell’anno appena archiviato».

Ma il 2014 non è stato il massimo per le imprese artigiane di Chieti e provincia. Basti pensare che, alla data del 31 dicembre 2014, erano 9.323 le aziende artigiane registrate in provincia di Chieti con un saldo negativo del 3,1% rispetto al 2013. Quando, peraltro, la provincia di Chieti aveva già fatto segnare un eloquente -3,2% in confronto all’anno precedente.

Insomma, anche nel 2014, è stato confermato un poco confortante trend negativo per il mondo dell’artigianato provinciale che ha perso altre 303 imprese del settore. Percentuale negativa del 2,6%, invece, per la regione Abruzzo che, nel 2014, ha visto cessare 871 imprese artigiane. Un risultato tra i peggiori d’Italia.

Confartigianato Chieti, però, preferisce guardare al bicchiere mezzo pieno. «L’export della provincia di Chieti, trainato per lo più dalle imprese artigiane, è in aumento. Ciò ci fa ben sperare al pari della diminuzione del costo del petrolio - riprende Giangiulli - che ha dato parecchi problemi alla categoria. Questi piccoli segnali positivi devono essere abbinati, ovviamente, ad azioni strutturate di supporto al mondo dell’artigianato, a partire da una politica di riduzione del cuneo fiscale che, ricordiamo, è il più alto d’Europa».

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