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Luca Anziani, il neo pastore Valdese di San Salvo incontrerà Papa Francesco a Torino

I Valdesi, cristiani tra cristiani nella nostra città, una presenza viva e importante dal 1949

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Il pastore Luca Anziani, raccoglie per San Salvo il testimone dell’amata pastora Gianna Sciclone, divenuta da poco emerita. Per la Chiesa Valdese e per lui, Gianna, ha lasciato, invero un patrimonio di valori spirituali e pastorali inestimabile, ai quali intende aggiungere anche i suoi doni. Una continuità pastorale nella quale risplendono in sinergia le ricchezze plurime di: 'donna, uomo, e maturità diverse'.

La pastora Gianna precisa - dona ancora un contributo concreto alla nostra Chiesa nel tenere vivi i rapporti fra i fedeli più distanti geograficamente. Luca ha solo 43 anni, nato a Roma, ha iniziato il suo Ministero a Cerignola (Fg), quando Mons. Galantino - l’attuale segretario della C.E.I. - ivi era un semplice prete e, con il quale, era in corso un proficuo lavoro ecumenico. In questa zona pastorale è arrivato lo scorso luglio, insieme alla sposa Assunta De Angelis, anch’essa Pastora. Una bella famiglia ricca di tre meravigliosi bambini.

In seno alla Chiesa Valdese, egli ricopre un ruolo di spessore e responsabilità nel servizio ai fratelli è, infatti, vicemoderatore della Tavola Valdese, l’organismo esecutivo eletto dal Sinodo di anno in anno. Il moderatore Eugenio Bernardini, invece, ne è il presidente nominato. Insieme e con altri, accoglieranno Papa Francesco il prossimo 22 giugno a Torino, nel corso della prima visita di un Romano Pontefice alla Chiesa Valdese.

Le domande poste al neo Pastore, sono state in qualche modo esigenti ma, egli, a tutte ha risposto, da cristiano ricco di fede, conoscenza, carità, e con una percepibile tensione profetica. Inevitabile l’inizio dell’intervista a partire dallo spaccato storico che fece da start alla Riforma protestante, la quale vide da una parte Lutero con il suo «... giustificati solo per fede» (cfr Rm 3,28) e, dall’altra, l’espressione della Lettera di Giacomo «... la fede senza le opere è morta» (cfr Gc 2,17).

«Insomma, Pastore Luca - chiediamo - dopo 500 anni, i due concetti sono per lei coniugabili oppure no? Ci salviamo solo per la nostra fede o anche per le nostre opere?».
«Sono coniugabilissime - risponde - per mezzo de “l’uomo nuovo” in Cristo, che è “giusto” davanti a Dio per i meriti di Cristo. La nuova condizione, spinge verso “l’altro” e non verso l’Alto. Tutto è stato già donato da Cristo, le opere - per un credente senza fede - non sono meriti».

Poniamo un’altra domanda che è la storia stessa a deporre sulle nostre labbra: «Valdo e Francesco d’Assisi, quali sintonie e quali diversità?».
La risposta del Pastore Valdese è asciutta e sicura: «Sono dei contemporanei, persone che hanno avvertito il bisogno di riportare la Chiesa sotto “il trono” e sotto la Croce. Entrambi però, uniti dal bisogno di predicare “nudi il Cristo nudo”».

Di domanda in risposta, arriviamo a San Salvo e chiediamo: «Vangelo, fede, carità come si concretizzano nella Chiesa Valdese di San Salvo?»
«A San Salvo come altrove, Cristo si concretizza nella confessione di fede, dunque nel “credi”, nella carità/amore fraterno, nella reciproca accoglienza, nel perdono e nella misericordia».

«La Chiesa Valdese segue i grandi avvenimenti della Chiesa Cattolica Romana?»
Secondo il pastore Luca, il Vaticano II è stato quello più approfondito che ritiene attuato solo in parte e, per il resto, tradito; mentre per: sinodi, convegni, congressi eucaristici e altri, l’attenzione è minore e si limita ad una osservazione, consapevole che ogni Chiesa risolve i propri problemi e coltiva la propria crescita. I temi più attuali discussi nella Chiesa cattolica come la Comunione ai divorziati risposati, la benedizione di seconde nozze e coppie gay, vengono guardati da lui con rispetto e distacco allo stesso tempo perché, nella loro Chiesa, il matrimonio non è sacramento e, di conseguenza, essa si muove con più libertà e spirito di misericordia verso i fedeli.

Arriviamo a Torino, dove, il 22 giugno prossimo, Papa Francesco - primo dei Pontefici cattolici romani - verrà ricevuto nel Tempio Valdese per Visitare la Chiesa Valdese. Pastore Luca sarà presente e parlerà con lui, in quanto vicemoderatore della Tavola Valdese. «Cosa accadrà, cosa vi aspettate?», chiediamo.
«Ci sarà uno scambio di discorsi ufficiali - risponde - e non mi sorprenderei di gesti e parole fuori protocollo di Papa Francesco ma, non vorremmo che l’incontro si risolvesse in una semplice riconciliazione della memoria, ma gettare uno sguardo sul futuro, l’inizio di un nuovo corso, attendiamo gesti dal valore simbolico sui quali si discuterà».

Chiediamo ancora: «... e le persecuzioni del passato?».
La risposta è pronta e degna di approfondimento: «Le persecuzioni del passato sono un problema non razionale, persiste - è vero - una sorta di paura istintiva, ma crediamo nel futuro».

Siamo alle strette finali e cerchiamo una conclusione consistente con questa domanda: «Ma questa visita vi ha sorpreso o meno? E cosa pensa di Papa Francesco?».
Le risposte sembrano quasi divertite: «Mi sarei meravigliato se, venendo a Torino, egli non ci avesse fatto visita e ancora: Papa Francesco vive con passione il tentativo di restituire la Chiesa al popolo e, per questo, ha indetto il Giubileo della Misericordia, decentrandolo verso le periferie geografiche e umane. Non tutti a Roma, ma Roma in tutte le Diocesi. Il suo pontificato infatti, è iniziato con il gesto della benedizione dei fedeli a lui e non viceversa, un ministero il suo, non iure umano ma iure divino. Alle radici di tutto questo però, c’è stato un gesto di incommensurabile umiltà che sono state le dimissioni di Papa Benedetto».

Pastore Luca – come noi – crede in un ecumenismo di gesti che nasce dal basso, quale potrebbe essere anche questo incontro. La penultima domanda è: «cosa ammira della Chiesa cattolica?».
Risposta decisa, dunque meditata: «I simboli, la gestualità liturgica».

Arrivato da poco a Vasto-San Salvo, ha già stretto amicizia con don Gianni Carozza e don Gianfranco Travaglini a Vasto, ora, spera di fare altrettanto con il tutto il clero vastese e sansalvese. Non possiamo però, per fede e sentimenti comuni, non concludere con una domanda sul Cristo e la sua centralità nella vita dei credenti: «Chi è dunque e quanto conta per noi colui che ci ha fatto incontrare?».
Pastore Luca, lo dice ad alta voce, noi all’unisono, con la voce del cuore: «Tutto, senza Cristo non c’è Chiesa, non c’è speranza, non c’è nulla, manca l’ossigeno, non c’è salvezza fuori di Cristo. Insieme preghiamo con il Salmo 147 (... la Sua Parola corre veloce...)».

Foto Ines Montanaro e archivio Chiesa Valdese locale

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