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D'Alfonso niente di nuovo sul fronte del Masterplan

Denunce penali agli "incollanati" del Consorzio di Bonifica e offese al "vociante di San Salvo"

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Ieri nella sala consiliare del comune di Vasto, Luciano D’Alfonso ha parlato ai sindaci del vastese, per far comprendere loro quali investimenti importanti la regione sta compiendo sul nostro territorio, all’indomani della doccia fredda che vedeva sul vastese investiti solo il 2.5% delle risorse previste dal Masterplan.

Una prosa eccellente, non è riuscita però ad aumentare gli investimenti previsti dal masterplan sul nostro territorio, né a farli intravedere.

Quattro le questioni affrontate dal presidente:

Il ciclo integrato dell’acqua, che prevede un investimento su tutto il territorio regionale (quindi anche sul nostro) di 100 milioni di euro per i depuratori;

Infrastrutture degli spostamenti, investimenti su strade e piste ciclabili (ricordando il termine della Fondovalle Sangro), e “l’ultimo miglio ferroviario”, che collegherà il porto di Vasto alla ferrovia. Ricordando gli incontri che si stanno programmando con RFI per l’alta connettività ferroviaria Ancona-Bari.

L’aiuto ai centri storici per renderli più belli, con finanziamenti per il rifacimento delle facciate.

Il completamento della diga di Chiauci, per la quale servono oltre 20 milioni di euro. Il presidente ne ha promessi ieri 10 in collaborazione con la regione Molise.

I sindaci di contro hanno chiesto si attenzione sui centri storici, ma soprattutto strade per poterli raggiungere, affinché come ha affermato il vice sindaco di Fraine Giandomenico Finnamore non rimangano “pietra morta”, con risorse che devono essere messe nero su bianco perché non rimangano solo promesse.

Interventi duri quelli dei sindaci, che non vedono nel vastese “un’idea di sviluppo, ma solo interventi che fanno fronte a delle emergenze” come ha affermato il sindaco di Palmoli Giuseppe Masciulli.

Il sindaco Tiziana Magnacca, elogiando la prosa del presidente afferma “Mi incanti con le tue intenzioni, ma non abbiamo visto la pratica di queste intenzioni”. Chiede l’ultimazione della diga per non dover subire una nuova emergenza idrica, che sarebbe lesiva per le industrie, l’agricoltura il turismo, non solo per la costa ma per tutto il territorio. “Servono 170 mila euro per la pulizia del torrente Buonanotte, spiccioli rispetto ai grandi numeri fin qui snocciolati, possibile non si riescano a trovare?”. Le aziende che hanno realizzato la pista ciclabile sulla costa stanno ancora aspettando i pagamenti dalla regione.

Interviene anche il presidente della Pilkington Graziano Marcovecchio, che afferma che nel territorio in cui si produce il 70% della ricchezza regionale si è investito troppo poco. “Bisogna investire su chi produce ricchezza”, puntare sulla programmazione europea, Marcovecchio chiede dove sia finito il patrimonio dell’ex Consorzio Industriale, oggi nelle casse di un nuovo ente l’ARAP, troppo lontano per comprendere le necessità di un’area industriale così importante.

D’Alfonso chiude, irritato, annunciando denunce penali verso gli “incollanati del Consorzio di Bonifica” che anziché riempiere l’invaso d’acqua lo hanno riempito di incarichi a progettisti, bloccando di fatto la progettazione di un’opera fondamentale. Già dato in merito l’incarico all’ex commissario del Consorzio di Bonifica Leombroni di presentare tutte le carte alla procura.

Conclude dando contro al “vociante di San Salvo”, riferendosi all’ex sindaco di San Salvo Gabriele Marchese, non presente in sala, che secondo D’Alfonso “produce un comunicato stampa ogni tre mesi per affermare la sua esistenza politica”, per aver fatto dichiarazioni contro l’esiguità degli investimenti nel vastese.

La riunione termina con la promessa di investimenti “sartoriali”, per le strade dei piccoli centri e riaffermando che "Ombrina ferro non si farà a differenza di quanto affermano grandi testate giornalistiche pur di scrivere qualcosa", riferendosi alle autorizzazioni firmate alla vigilia di Natale alla Petrolceltic per ricerche di idrocarburi nei mari della Puglia (leggi), che di fatto sono difronte alle nostre coste, non si chiama infatti Ombrina ferro, ma è un prosequio di Rospo mare, siamo in attesa di un nuovo appellativo.

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