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“Forse era bravo”

Giornata di orientamento con Bosch e Randstad al Mattioli

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“Forse era bravo” è la risposta di uno studente a una provocazione di Roberto Zecchino, Direttore Risorse Umane e Organizzazione della Bosch, nella giornata di alternanza scuola-lavoro all’IIS “R.Mattioli” di San Salvo, rivolta ai ragazzi delle classi quarte e promossa dalla dirigente Ester Castaldo.

"Allenarsi per il Futuro" è un progetto con cui Bosch, Randstad e alcuni Uffici Scolastici Regionali, hanno siglato un “protocollo d'intesa finalizzato all'acquisizione di competenze attraverso l'orientamento e le esperienze di alternanza scuola-lavoro dei giovani in coerenza con le tre priorità di Europa 2020”. Gli incontri motivazionali con i ragazzi sono avvalorati da dodici sportivi di successo che raccontano la loro storia. Ieri mattina a San Salvo questo compito è toccato a Riccardo Pittis, un famoso campione di pallacanestro.

Roberto Zecchino voleva diventare un calciatore di successo e non si poteva definire uno studente modello. Dopo il liceo è andato in Inghilterra senza soldi a fare il cameriere perché voleva vivere delle esperienze nuove e non si voleva arrendere al fatto che il lavoro non c’era. Ogni mattina si svegliava pensando semplicemente “oggi devo fare…” e senza porsi tanti problemi. Ha conseguito la laurea in Scienze Politiche presso l’Università di Teramo e seguito un percorso in Economia dello Sviluppo presso l'Università di Ginevra.

Il suo successo e la sua esperienza l’hanno portato ad affermare che per affermarsi nel mondo del lavoro non contano tanto le competenze tecniche ma l’essere, il saper lavorare in gruppo, il saper costruire delle relazioni positive con gli altri e la passione con la “P maiuscola” per ciò che si fa. Le competenze si potranno anche acquisire con l’allenamento, il metodo e la determinazione, in altre parole le stesse prerogative degli sportivi di successo.

Fattori non meno importanti sono il saper sacrificarsi, essere curiosi, cogliere le opportunità che si possono presentare nella vita e non crearsi un alibi per “piangersi addosso”.

Francesca Bosco ha raccontato com’è entrata nello staff della Bosch. Era un aspirante cantante e partecipava ai vari concorsi canori più in voga. Un giorno i suoi professori le affidarono il compito di cantare in occasione di un evento uguale a quello cui stavano assistendo i ragazzi del Mattioli. I microfoni fischiavano tantissimo e Francesca senza perdersi d’animo ricominciò a cantare con la massima disinvoltura. E così è arrivato l’invito a far parte del personale della Bosch.

Tutti gli intervenuti all’incontro, tra cui anche la sansalvese Lorena Rucci, portavoce della Randstad, hanno cercato di trasmettere ai ragazzi tre messaggi: sogno, passione e determinazione.

 

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