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L'immondizia sotto il tappeto

La mappa delle discariche che conosciamo e quelle che abbiamo dimenticato

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Un convegno domenica scorsa tenuto a Vasto dal M5S, parlava dei veleni d'Abruzzo. Sono 24 le discariche non ancora bonificate nella nostra regione, che comportano una multa da parte della Comunità europea di 200 mila euro annui. 

Oggi vorremmo provare a tracciare una mappa di quelle site sul territorio di San Salvo, quelle più conosciute e quelle dimenticate.

RSU - Bosco Motticce

Da poco bonificata, la discarica del cosiddetto "Bosco Motticce", era una discarica di rifiuti solidi urbani aperta negli anni '70 e chiusa nei primi anni '90. Le sue immagini sono apparse in ogni dove, per attestare la definitiva bonifica da parte dell'attuale amministrazione comunale. (leggi)

Discarica del CONIV

Accanto ad essa, c'è la discarica del CONIV a servizio del  Consorzio Industriale di rifiuti tossici e nocivi, nella quale finivano tutti gli scarti "speciali" delle lavorazioni della zona industriale di San Salvo. Chiusa nel 2000, venne successivamente bonificata. Ad oggi l'andirivieni di camion che alcun agricoltori hanno visto, sembra sia dovuto non allo sversamento di nuovi rifiuti, ma al ritiro del cosiddetto percolato (per questo camion cisterna), che viene trasportato presso gli impianti di depurazione del CONIV presenti a Montenero.

Discarica Ex-SAPI

Accanto alla RSU del Motticce, c'è una discarica abusiva, così come viene definita dal Pretore di Vasto nel 1988, in quanto sembrerebbe, fosse stata aperta come cava ma utilizzata per altri fini. Chiusa dopo numerose denuncie degli agricoltori, che segnalavano forti odori nauseabondi ed eritemi cutanei. Nel 1989, venne rimessa nel patrimonio comunale dal Commissario regionale per gli usi civici, dopo che era stata "bonificata" ponendo sull'immondizia accumulata, un manto di terreno vegetale. Fu nel 2000, che l’amministrazione comunale, decise di far svolgere un piano di caratterizzazione (analisi dei terreni e delle acque e rilievo di sostanze inquinanti), di tutte le discariche. Nonostante la pericolosità accertata con il Piano di caratterizzazione nel 2004, identica a quella della RSU, la discarica abusiva non ha mai subito opere di bonifica specifica per le problematiche presentate. Attualmente giace recintata, dopo una segnalazione da noi fatta nel maggio del 2015, che la vedeva sprovvista anche della recinzione come previsto dalla normativa in materia. (leggi)

Discarica - Vallone del Pencio

In contrada Vallone del Pencio, vi è una ulteriore discarica "privata", in essa vi vennero scaricati rifiuti speciali assimilabili agli urbani a fine anni '90, chiusa anch'essa all'inizio del 2000. 

Discarica - Contrada Prato

Questa è una di quelle discariche che non troviamo documentata, almenochè non si faccia riferimento a documenti risalenti agli anni '60/'70. Qui sembrerebbe che una cava venne trasformata come altre in discarica e coperta con terreno vegetale.

La nostra zona industriale, prima che la normativa in materia divenisse stringente, ha vissuto un vero e proprio "Far West", dove si apriva un buco, sembra che qualcuno ci mettesse certamente qualcosa.

Attualmente il nostro territorio, conferisce la propria immondizia, presso il Consorzio Intercomunale CIVETA. Aperto nel 2000, nel territorio di Cupello a Valle Cena, è attualmente commissariato dalla Regione Abruzzo dalla dottoressa Lidia Flocco.(leggi)

Altri impianti a noi limitrofi che gestiscono rifiuti, sono quelli della Laterlite, che brucia circa 20.000 quintali di rifiuti speciali l'anno (fonte Rapporto Rifiuti Speciali 2014 dell'ISPRA), per produrre argilla espansa.

Solo ieri inoltre, in Consiglio comunale, è stato espresso parere negativo per la costruzione di una centrale a biomasse in territorio di Cupello. Una centrale dove si dovrebbe produrre biometano con gli scarti di effluenti zootecnici inclusi quelli bufalini; paglia, pula, stocchi; residui di campo delle aziende agricole; sottoprodotti derivati dall’espianto.

I controlli ambientali sul nostro territorio vengono effettuati dall'ARTA Abruzzo (l'Agenzia Regionale per la Tutela ambientale), che svolge dei prelievi delle acque di balneazione e del fiume Trigno. I controlli dell'aria svolti temporaneamente in passato ad oggi non vengono svolti, sembrerebbe per mancanza di fondi.

E' così che la zona industriale più importante della nostra regione, quella dove si produce il 60% del PIL regionale, non ha un controllo dell'aria pubblico, per valutarne l'inquinamento. Si pensi che in Val di Sangro le centraline di rilevamento della qualità dell'aria dell'ARTA, al 20 gennaio 2016, segnalavano una qualità dell'aria "SCADENTE" (fonte ARTA Abruzzo).

Ai cittadini di San Salvo perchè non è dato sapere quale aria respirano? 

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