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Quando la tua indipendenza dipende da una firma

La storia assurda di Nicola Fiore, in attesa dei pezzi di ricambio per la sua carrozzina da più di tre mesi!

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La storia è quella di Nicola Fiore

Nicola è molto conosciuto a San Salvo, grazie alla sua gentilezza e al suo ristorante il "San Marco".

Nicola scopre di avere la sclerosi multipla a soli 25 anni e dall'età di 32 anni vive su una sedia a rotelle. Nicola è una persona molto indipendente, nonostante la sua malattia, sono molti i sansalvesi che lo vedono sfrecciare con la sua carrozzina elettrica per le vie della città, negli uffici, sempre con la cortesia che lo contraddistingue.

Ma a dicembre la sua sedia a rotelle elettrica si rompe. Comincia quindi una trafila burocratica che è davvero ai limiti dell'inverosimile.

Nicola si reca dal suo medico curante che gli prescrive una visita da un neurologo. Ci si chiederà, ma cosa c'entra un neurologo con i pezzi di ricambio di una sedia a rotelle? Nulla, ma deve attestare nuovamente la sua malattia! 

Il neurologo stila un certificato con il quale Nicola va ad un sanitaria, che lo porta alla ASL. La ASL lo deve approvare, (tempi di attesa: un mese), dopodiché il certificato torna alla sanitaria, che finalmente può ordinare i pezzi di ricambio, che però hanno tempi di consegna di 10-15 giorni. Ma ovviamente i problemi non finiscono. I pezzi che arrivano non sono quelli giusti...

Sono passati da allora 97 giorni, in cui Nicola per poter continuare ad essere indipendente, si è barcamenato in ogni modo, tentando di far andare comunque la sua vecchia sedia a rotelle, con pezzi di ricambio improvvisati, per un periodo aiutato dal prestito di un'amica "perchè dove non arriva il pubblico, arriva la solidarietà degli amici".

Fino a due settimane fa quando si è ritrovato a dover tornare sulla sua prima sedia a rotelle, senza motore.

Ieri l'ho incontrato per strada spinto da sua moglie, (Nicola e la sua famiglia abitano in campagna). Per questo sono venuta al corrente della sua storia. Nicola non ha scritto ai giornali, non ha inveito sui social network, non voleva neanche che io scrivessi questo articolo. Nicola e la sua famiglia sono persone perbene abituate a  trovare le soluzioni senza fare clamore. 

Ma questa non è una storia che riguarda solo Nicola, è una storia che riguarda tutta la collettività, perchè non si può dover attendere tre mesi per avere un pezzo di ricambio, per un mezzo indispensabile alla tua autonomia. Non è giusto, non è civile.

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