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Due ore in carcere

Una finestra sul carcere

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Era un sacco di tempo che non andavo in carcere. Ieri mattina mancavano due pezzi forti della compagnia: le più creative che sapevano sempre cosa proporre ai carcerati. Dei messaggi whatsapp sul gruppo avvisavano che erano malate. E un altro messaggio “andate voi casomai cominciate a far fare dei biglietti per la festa della mamma”.  Le perplessità nostre erano tante, “e ora che facciamo?” Ma sapevamo che i carcerati ci aspettavano ed erano diverse settimane che l’appuntamento saltava.

Spostiamo altri impegni e decidiamo di andare lo stesso. Restava il dilemma dei lavoretti da proporre. La mattina stessa al volo ho preso dei calchi in gesso che avevo provato per realizzare delle bomboniere per la comunione di mio figlio. Le mostro all’altra compagna di avventura e decidiamo di proporre quei calchi.

All’arrivo troviamo ad accoglierci la dottoressa Giuseppina Rossi. Durante il tragitto tra l’ingresso del carcere e la stanza dove solitamente incontravamo i nostri amici ci ha raccontato di un uomo che oggi ha sessant’anni e che potenzialmente potrebbe uscire ma non lo lasciano uscire perché sanno che non ha nessuno e non ha un posto dove andare. Non possono lasciarlo in mezzo alla strada!  Trent’anni li ha trascorsi  in carcere. Purtroppo il sistema riabilitativo non riesce nel suo scopo e il volontariato potrebbe rappresentare una piccola grande risorsa. Solo per fare un esempio da un contatto con un solo volontario sono venuti fuori tanti altri contatti che potranno aiutare queste persone a vivere dei momenti di spensieratezza.

La guardia ha chiamato i ragazzi che solitamente partecipano al laboratorio. Ne arrivano solo tre, uno è in licenza, altri due non sono scesi. Appena ci vedono restano male che le altre (il gatto e la volpe come le hanno definite affettuosamente) non ci sono. L’educatrice aggiunge altri due membri.

Mi sono dispiaciuta di vedere uno dei primi che abbiamo conosciuto e che non vedevo da diverso tempo, molto dimagrito. Un diverbio avuto in carcere gli ha impedito di tornare a casa in licenza per le festività pasquali. La moglie è anche in dolce attesa.  Nonostante tutto, subito si è messo a lavoro e ha scelto il calco più complesso. Uno dei nuovi arrivati è un musulmano sposato con una donna di religione cristiana.  Ci ha riferito che entrambi vivono la propria religione nel rispetto reciproco.

Quei calchi grezzi sono diventati dei capolavori nelle loro mani. Uno di loro, in particolare, ha curato i dettagli di rifinitura con precisione e meticolosità.

Le due ore sono passate in fretta e un saluto speciale è andato alle assenti. Poi ognuno è tornato alla sua vita.

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