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Comune di San Salvo, tre nuove assunzioni e sei pensionamenti d'eccellenza

Nell'arco dei prossimi due anni saranno sei i responsabili di servizio che lasceranno il comune di San Salvo

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Entro i prossimi tre anni saranno ben sei i Responsabili di servizio del comune di San Salvo ad andare in pensione. Dopo 42 anni e dieci mesi per gli uomini e 41 anni e 10 mesi per le donne. Sei settori che si ritroveranno senza coloro che finora hanno gestito ed organizzato il lavoro di settori importanti per la vita amministrativa di un comune.

La macchina amministrativa del comune di San Salvo, è da sempre ritenuta una delle migliori nel panorama della provincia di Chieti, grazie alle professionalità e all'esperienza di chi vi lavora. Il venir meno di sei figure professionali nell'arco di due anni creerà non pochi problemi alla classe politica che dovrà gestire quell'avvicendamento e alla città stessa.

Saranno Remo Colanzi dell'Urbanistica 2017; Teresina D'Alfonso Politiche Sociali 2017; Melanina De Francesco Acquisti ed economato 2018; Angelo Pagano Cultura 2019; Michele De Filippis Ambiente e Manutenzione 2019; Vincenzo Marzocchetti Protocollo 2019.

Uomini e donne che i cittadini sansalvesi conoscono bene, chiamati a risolvere i problemi reali, nell'arco degli ultimi 40 anni. I limiti posti al turn over dalla L. 133/2008, ostacola quella trasmissione del know how necessario, affinché la macchina amministrativa non subisca intoppi.

Il Piano Occupazionale del triennio 2016/2018, prevede per il comune di San Salvo tre nuove assunzioni, due impiegati amministrativi e un contabile di fascia C, possibili solo quando la Regione Abruzzo chiuderà la mobilità degli Enti di Vasta Area. 

L'amministrazione comunale ad oggi lavora con un organico di 114 dipendenti, di cui 84 con contratto a tempo indeterminato e di questi solo 15 con un contratto categoria D, che rende possibile la nomina a responsabile di servizio da parte del Sindaco.

Ma la Riforma della Pubblica Amministrazione che inserisce molte novità, soprattutto per quanto concerne la mobilità del personale, creerà indubbiamente nuove condizioni, che neanche chi dovrà gestire praticamente questi avvicendamenti si azzarda a prevedere.

 

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