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I racconti di Angiolina: Claudio Pracilio e i miei alunni di serie A

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Con la sapienza del dopo, una prof.rivede, come in una pellicola cinematografica, gli anni scolastici passati con il registro, dove si segnavano le presenze, le assenze e le eventuali note di demerito. Ogni giorno mi capita di ricordare gli anlunni che il Consiglio di classe, con la sua valutazione globale, riteneva di promuovere o bocciare.

Nel mio cuore e nella mia mente c’è sempre una “serie A”, la mia serie A, cioè quegli alunni non promossi dal Consiglio di classe ma che, a prescindere dal giudizio della maggioranza dei docenti, io ritenevo naturalmente più dotati di quel talento innato ed ereditato magari, anche dal trisavolo il cui nome non compare più neppure al cimitero.

Di serie a sono i più interessanti, i più imprevedibili, studiosi o meno studiosi, ma sicuramente più autentici che, mentre ascoltavano, avevano effettivamente il piacere di farlo, altrimenti, come succedeva durante le altre lezioni, chiedevano di uscire e rimanere fuori anche col piacere del prof., che preferiva non vedere le loro facce, nè chiedere il perchè del loro disinteresse.

Senza dilungarmi, con il rischio di andare “fuori tema”, voglio esprimere un concetto riflettuto questa mattina incontrando il mio alunno Pracilio Claudio, con un macchinone come da non intenditrice posso giudicare. Immediatamente con la fantasia l’ho catapultato nel lontano 1975 in quel banco della terza fila dell’Istituo Palizzi pe Geometri di Vasto, che ogni mattina raggiungevo con la mia Mini Morris color nocciola.

L’etichetta della prof. Rigorosamente accademica, non mi apparteneva ed apparentemente trucchi, smalto verde, tacchi alti, profumi, borse originali vistose e costose, nascondevano molto bene l’inverosimile atmosfera cupa e collegiale che si creava appena entravo in classe e si chiudeva la porta.

L’unica nota piacevole e rilassante era appunto la mia location, come si die oggi, che camuffava la mia apparente ma efficace severità che mi consentiva di puntualizzare anche i più difficili argomenti a livello critico e glottologico ed uscire qualche minuto, senza che il “tombale” silenzio ed il timore di essere mangiati...con l’interrogazione non scompariva, con sorpresa e meraviglia dei bidelli che nulla potesse capitare e dei colleghi che, ancora oggi, si chiedono che segreto avessi usato,

Ebbene...Pracilio Claudio distratto e poco convinto del tipo di scuola scelta, aspettava il suono della campanella dalla prima ora, per approfittare del cambio e poter parlare di programmi extrascolastici con i suoi compagni.

La valutazione finale, come spesso avveniva, mancava di accordo, quando, dettando i voti i miei 7 di storia e di italiano, si contrapponevano ai mediocri voti di topografia e matematica, provocando sospiri  e bisbigli di qualche collega.

Ma io, comunque, al contrario del perchè dei miei 7, mi chiedevo il perchè degli altri brutti voti, non giustificando la loro negatività; Claudio Pracilio svolgeva, da allora, fuori schema, le tracce dei miei temi che volevano indagare sullo sviluppo dei loro pensieri, spingendoli ad una riflessione più approfondita mettendo così in mostra i loro sogni , le loro speranze, senza timore di essere giudicati, ma certi di essere accettati e compresi.

Pracilio in conformità alle considerazioni e alle mature ed originali idee, espresse con chiarezza stilistica e concettuale, per me era un alunno di serie A e dora “come volevasi dimostrare” è una persona che, seguendo da solo e senza farsi influenzare dalle altrui idee e dalle obbligate istituzioni, si sta realizzando in crescendo, in progetti grandiosi come grandioso è lo spazio agreste, appartato e difficile da raggiungersi quando, inizialmente era abbandonato e fuori dal comune con dirupi (coste) che intermezzavano alberi secolari, oliveti immensi e coreografiche ginestre giganteschi e riconosciuti solo dai conoscitori della rinomata poesia di Leopardi.

Era un podere grandioso, ma scombinato, paragonabile e valutabile senza schemi prefissati da conteggiare numericamente come un opinabile 7,50 o 3,50 da dare al promosso o al bocciato.

I bravi, i promossi senza creatività ed originalità ma quieti ed abitudinari sono paragonabili a pezzi di terreno edificabili  ordinatamente coltivati ed economicamenti di investimento normale  ma lui, Claudio, senza la sola fredda ordinaria ragione ma, con lo spazio infinito del suo libero pensiero ha scelto il “vago” assecondando la voce della sua anima ed arrivando ad un traguardo straordinario, sbalorditivo come i suoi temi che io non vedevo l’ora di leggere, perchè ero consapevole di insegnare, ma soprattutto di imparare a scoprire il grande sapere racchiuso nelle preziose potenzialità intellettive dei miei virgulti alunni.

Oggi le somme dei voti negativi di allora si sono dissolte e resta la sostanza di un giovani ediventato uomo, che nella vita ha ottenuto il voto positivo della sua realizzazione.

Oggi si parla tanto di accoglienza e di integrazione, obiettivi non senpre facilmente raggiungibili eppure nei terreni difficili e spaziosi da lui acquistati, è riuscito ad inserire uomini di colore, bisognosi di lavoro e con voglia di farlo, offrendo loro la dignità dell’essere umano.

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