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La neve e le inefficienze del sistema mettono in ginocchio l'Abruzzo

Un blackout e mancanza d'acqua per 100 mila utenti, una regione che non ha ancora superato il secondo millennio

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Sono state 48 ore da incubo e per molti abruzzesi lo continua ad esserlo. Questa mattina alle 5.00, è esondato il fiume Pescara, con allagamenti in tutta la città, il Sinello è a livelli di allerta.

Ieri è giunto l'esercito, la cui presenza è stata sollecitata dal presidente della Regione Luciano D'Alfonso, per aiutare a liberare la viabilità. La luce è tornata in gran parte dei comuni interessati dal blackout, ma molti utenti risultano essere ancora al buio, in case che dopo 48 ore di balckout hanno raggiunto temperature insostenibili. Ma cosa è accaduto? E' possibile che una nevicata per quanto importante, possa mettere in ginocchio un'intera regione?

L'ospedale San Pio di Vasto è rimasto per oltre due ore il 16 gennaio senza luce, dei due generatori di emergenza solo uno ha funzionato, garantendo il servizio del pronto soccorso e della rianimazione. Fatti gravissimi, che non si sarebbero dovuti verificare. Vasto è stata una città in ginocchio, che tutt'ora stenta a ripartire.

Come comunica il presidente D'Alfonso "le utenze Enel non servite, in questo momento, sono 48mila nel teramano, 27 mila nel chietino e 12 mila nel pescarese", numeri enormi, a cui non seguono chiarimenti sulle motivazioni che hanno portato a questo stato delle cose.

E' giunta anche la protezione civile del Trentino con un automezzo fresa neve, con il supporto dei Vigili del fuoco del Corpo permanente di Trento verso la provincia di Teramo. Questa mattina, con il supporto del Servizio Prevenzione rischi, partirà un secondo automezzo fresa neve del Servizio gestione strade.

Una regione in ginocchio, impreparata a gestire una situazione di emergenza.

 

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