Partecipa a SanSalvo.net

Sei già registrato? Accedi

Password dimenticata? Recuperala

“Dì ai giovani che possono di più”

Due donne vogliono ridare speranza ai giovani con l'Economia Civile e di Comunione

Condividi su:

Ogni azienda, grande o piccola che sia, vive innanzitutto di relazioni umane con dipendenti, fornitori, clienti e ogni altro soggetto con cui si trova ad interagire. Le logiche prettamente capitalistiche hanno fatto passare l’aspetto umano in second’ordine per dar rilievo solo a logiche di utili. Negli anni 90’ alcuni economisti hanno proposto alle imprese l'implementazione di logiche di  “Economia Civile e di Comunione”ossia un modello di azienda viva e sana capace di mettere l’uomo al centro della propria attività.  Esiste un movimento mondiale di aziende che operano seguendo queste nuove logiche e due donne, una di San Salvo Emanuela Molino e l’altra di Vasto Mirella Sansiviero, hanno presentato un progetto alla Comunità Europea per diffondere le logiche dell' “Economia Civile e di Comunione” anche tra le aziende abruzzesi. Questo progetto accolto nell’ambito del programma Erasmus+ verrà presentato venerdì 10 febbraio  presso la Sala Confindustria in Loc. Castel di Septe, Via Pedemontana a Mozzagrogna.

Di seguito l’intervista a Emanuela Molino e Mirella Sansiviero.

Che cos’è l’Economia Civile e di Comunione?

L’economia di comunione è un nuovo agire economico che parte da una logica imprenditoriale altamente innovativa. É un economia concreta capace di produrre utile anche ponendo al centro I suoi stakeholders come clienti, dipendenti e fornitori. Un’ impresa che pone in sostanza al centro del suo agire, la persona

Come è nata questo nuova corrente economica?

È nata da un intizione di Chiara Lubich, fondatrice del Movimento dei Focolari, che nel 1991 si è trovata a San Paolo in Brasile e ha osservato il grosso divario tra I grattacieli e le favelas e si è immaginata la nascita di “comignoli di aziende” nelle zone più povere per ridare dignità a chi si trovava nella miseria. Tornata in Italia si mise in contatto con un giovane economista Luigino Bruni e gli diede l’incarico di tradurre la sua intuizione in realtà. Bruni contattò a sua volta altri economisti molto più affermati di lui come Stefano Zamagni, Benedetto Guy e Vittorio Pellagra. Questo progetto nato in ambito cattolico poi si è spostato nel mondo laico.

Cosa hanno fatto questi economisti?

Si sono messi a tavolino, hanno analizzato le imprese e riscritto  i libri di economia. Le vecchie logiche per le quali per fare impresa bastava mettere insieme capitali, risorse umane e organizzazione, stavano fallendo. E questo soprattutto perchè non si consideravano le relazioni umane che si creano dentro e fuori le aziende. Le imprese sono nate per fare del bene al proprio territorio poi invece molte sono finite per sacrificare l’uomo in funzione degli utili. Solo per fare degli esempi drastici basta guardare alle aziende (spesso anche grosse multinazionali) che sfruttano il lavoro minorile, o a quelle che non pagano gli stipend ai propri dipendenti. Le imprese che hanno sperimentato le logiche di economia di comunione hanno sperimentato come il rispetto non solo di regole giuridiche ma anche un’etica, non solo sono vive e sane ma sono aanche capaci di resistere alle difficoltà e alle crisi. E non solo ma riescono a creare anche dei circoli virtuosi contagiosi anche per altri. Nel tempo si è creata un’organizzazione mondiale l’Associazione Imprenditori Economia di Comunione (Aipec) che intendono porre come valore aggiunto del proprio modo di lavorare nel mercato nazionale e internazionale, la cultura del dare.

Perchè avete voluto presentare un progetto per implementare questo nuovo modo di fare impresa anche in Abruzzo?

Entrambe abbiamo avuto un’esperienza nell’orientamento e abbiamo toccato con mano la sfiducia dei giovani per il mondo del lavoro e ci siamo prefissati di ridare speranza proprio a questa importantissima fetta della società che a volte sembra quasi non aver più una prospettiva o un sogno da realizzare. Abbiamo chiamato il progetto Sycamore che è l’albero su cui è salito Zaccheo quando voleva vedere Gesù. SYCAMORE che è anche l'acronimo di Say Youth CAn MORE (Dì ai giovani che possono di più) ha l'intento di poter far conoscere ai giovani la realtà dell'Economia di Comunione, aiutandoli a salire per guardare il mondo da un'altra prospettiva e aiutarli a trovare una propria strada.

In sostanza in cosa consiste questo progetto?

Il progetto contempla varie azioni da realizzare nell’arco di tre anni. Venerdì 10 febbraio ci sarà la presentazione del progetto. Tra le varie azioni c’è la scuola popolare che è un corso di formazione aperto alle nuove e vecchie imprese, e a chiunque potrà essere interessato, su come diventare un’impresa di comunione in grado di produrre reddito e resistere anche alle difficoltà con questa nuova logica di mercato. Un’altra importantissima azione è l’orientamento rivolto soprattutto ai giovani che devono ancora decidere cosa fare della loro vita. I più motivati verranno incanalati nella creazione di una nuova impresa che già dallo start up seguirà le logiche dell’impresa di comunione. Le varie azioni verrano pubblicizzate man mano che verranno poste in atto.

Il progetto contempla anche il microcredito. A chi è rivolto e come funzionano questi fondi?

Con questi fondi verranno finanziati gli start up e le imprese esistenti da meno di cinque anni con un importo fino a 25.000 € da resituire nell’arco di sette anni a un tasso agevolato.

 

«Economia e comunione. Due parole che la cultura attuale tiene ben separate e spesso considera opposte. Due parole che voi invece avete unito, raccogliendo l’invito che venticinque anni fa vi rivolse Chiara Lubich, in Brasile, quando, di fronte allo scandalo della diseguaglianza nella città di San Paolo, chiese agli imprenditori di diventare agenti di comunione». Così papa Francesco saluta i 1200 imprenditori, giovani e studiosi convenuti per questa festa dell’Economia di Comunione, dopo 25 anni di vita: «Al vostro progetto sono da tempo sinceramente interessato». (Papa Francesco)

Condividi su:

Seguici su Facebook