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Due risse in una giornata di festa

La sottrazione dei bei ricordi di una giornata di festa

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Due risse in una giornata di festa. Una giornata celebrata per perpetrare le tradizioni, i riti, che chi ci ha preceduto, ci ha tramandato, gesti che, come tante feste di comunità, servono a ricordarci d'essere tale.

Tanti i richiami all'ordine nei giorni scorsi, da parte delle istituzioni, del Comitato feste che tanto ha lavorato affinché tutto andasse per il meglio, appelli rivolti soprattutto ai più giovani. Nonostante ciò si sono verificati due episodi di una violenza estrema, che nulla c'entrano con il clima di festa che centinaia di sansalvesi ieri hanno vissuto e contribuito a creare.

Una violenza che ha colpito e lasciato sgomenti quanti hanno appreso dell'accaduto, che ha fatto porre domande sul perchè, a cosa sia stata dovuta.

Ci si potrebbe arrampicare in disquisizioni sociologiche, analizzando la composizione della nostra comunità, un crogiolo di uomini e donne di origini geografiche diverse, negli anni '70-'80, provenienti da paesi e regioni diverse, negli anni '90 e nel nuovo millennio da nazioni diverse. Un insieme di tradizioni e dialetti o lingue, unito dalla residenza, ma davvero solo da questa?

Ma a ben guardare in quanto accaduto nella giornata di ieri, poco c'entra il senso di comunità perso o probabilmente mai esistito, in quello che è accaduto ieri e che accade ogni giorno intorno a noi c'è una latente mancanza di educazione e senso civico.

Quella educazione che nei giorni di festa faceva uscire con il vestito "buono", l'educazione che faceva provare vergogna ad un ragazzino a farsi vedere con un bicchiere di vino in mano (figuriamoci con un boccione da 3 litri...), l'educazione che ti faceva rispondere "eccomi" a chi ti chiedeva aiuto e che davanti ad un'offesa ti faceva cercare il dialogo e non rispondere con la violenza.

A San Salvo, come in tutto il territorio vastese, si stanno verificando episodi di microcriminalità che stanno creando un senso di precarietà ed insicurezza in chi ci vive. Si chiede una maggiore presenza di Forze dell'Ordine, un maggiore e più pressante controllo. Giuseppe Catania presidente dell'Associazione Vastese della Stampa, al microfono di Gianni Quagliarella alcuni giorni orsono, in un'intervista sugli ultimi eventi criminali nella vicina Vasto, rimproverava l'assenza di telecamere nel centro storico della città definito in un completo stato di abbandono, ma possiamo delegare alla sola videosorveglianza il controllo della nostra città, ad un "Grande Fratello" orwelliano che si sostituisce a quel controllo sociale che una volta era svolto dai cittadini? 

Cos'è che ci ferma nel riconoscere e rimproverare un comportamento errato? Cos'è che non limita la violenza inaudita, che porta a pestare a sangue anziché al dialogo?

Le istituzioni, i cittadini dovrebbero cominciare a porsi e a porre queste domande, perché nessuno può sentirsi escluso dall'aver creato o contribuito a creare ciò che questa città è diventata, nel bene e nel male.

Resta lo "schifo" di quanto è accaduto ed il completo silenzio da parte di tutte le forze politiche in scena in questa campagna elettorale, troppo impegnate indubbiamente a cercare uomini e donne, anziché tentare di dare risposte ad una città che oggi è disorientata dalla violenza degli atti accaduti.

Nella memoria collettiva della giornata di ieri non rimarranno i sorrisi, la musica e la convivialità intorno ad un tavolo, ma il ricordo di una giornata di violenza e questa è una sottrazione che San Salvo ed i sansalvesi non meritano.

 

 

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