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La mia brutta esperienza con i cinghiali

La paura di percorrere le nostre strade, dopo aver avuto un incidente con un animale selvatico

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Ho cominciato a lavorare in Val Di Sangro il 22 Gennaio 2010 e per 7 anni ho percorso la strada che porta da San Salvo al lavoro senza mai problemi. Un paio di volte in questi sette anni ho incrociato un cinghiale ma sempre da lontano che pacificamente e con calma stava in mezzo alla strada senza creare problemi.

Era anche affascinante vedere questi animali selvatici da vicino un po' come quando si va alla zoosafari.

Una sera che tornavo da una cena con la mia famiglia e incrociandone uno all'ingresso di Roccavivara che era immobile ai bordi della strada esclamai con tranquillità "Guardate bimbi un cinghiale! ". Incontrare quegli animali all'epoca era una rarità e quindi anche un'esperienza per noi abituati alla vita cittadina.

Ora non è più così, dopo che ne prendi uno per strada la tua concezione cambia.

Ricordo benissimo quella mattina del 13 settembre scorso, la mia macchina nuova ritirata dal concessionario poco più di un mese prima, ero in anticipo, non andavo veloce e dopo aver fatto colazione al bar a Vasto Marina transitavo sulla statale 16 e nel tratto tra "Le Morge" e "Borgata Marina" a Torino di Sangro ebbi il mio incontro/scontro con un "cucciolo" di cinghiale, una femmina da 10kg.

Fu come un lampo, non feci in tempo nemmeno a vederla e a togliere il piede dall'acceleratore che mi si infilò sotto il paraurti.

La macchina nuova! Per mia fortuna non mi feci nulla ma il paraurti era fracassato e il radiotore rotto. Dieci chili di cinghiale, 2800 euro di danni... 280 euro al chilo! La bestia era lì morta per strada, la mia auto distrutta, il mio morale a zero perché non ero riuscito ad evitare quest'incidente. 

Mi resi conto dopo però che non c'è nulla che puoi fare per evitarlo, questi animali caricano a testa bassa, non guardano in faccia nessuno, non hanno paura di niente e solo la fortuna, per quanto puoi stare attento, può aiutarti ad evitare il peggio.

Aspettai i carabinieri forestali, fecero i rilievi del caso e le foto. Chiamate sempre i forestali in questi casi!

Da quella maledetta mattina è cominciato il mio incubo. L'auto carrozziere e ovunque mi giro ora mi ritrovo un ungulato per strada. La domenica dopo l'incidente me ne  ritrovai un branco a Punta Aderci, dove ero andato con la mia famiglia per una passeggiata, che scorazzava per le campagne adiacenti. Me li ritrovo sulle notizie che quotidianamente mi pervengono di incidenti che avvengono sulle stesse strade che percorro ogni giorno e dispiacendomi per chi questa volta ci è capitato ringrazio che questa volta non sia successo a me perché questa esperienza, questa senzazione di impotenza che ti da un avvenimento simile ti porta alla paura, al terrore di dover continuare a percorrere ogni giorno per andare a lavorare quelle stesse strade, paura che però sei costretto ad affrontare e con cui convivere per continuare a svolgere il tuo lavoro, per i tuoi figli, per la tua famiglia.

Un senso di impotenza perché sai che per quanto potrai tenere gli occhi aperti, scrutare i minimi movimenti del bordo strada, le ombre, le chiome delle sterpaglie che si muovono magari per il vento e che tu col cuore in gola pensi possa essere il preludio di un'altra invasione, come ieri sera 16 ottobre a Sant'Antonio Abate di Vasto, la provinciale che arriva da Cupello invasa all'improvviso da una decina di capi che come un treno ti attraversano la strada senza segnalazioni, senza un passaggio a livello che ti avvisi per tempo.

Per fortuna questa volta è andata bene ma possiamo sperare sempre nella fortuna? Possiamo continuare a vivere con il terrore di ritrovarci di fronte, e non solo in auto, uno di questi bestioni?  

L'unica fortuna è aver incontrato per caso Carla Martorella e la sua associazione AVAS, l'Associazione Vittime Animali Selvatici che mi ha aiutato e mi sta aiutando a far valere i miei diritti e che mi sostiene anche moralmente ogni volta che le mie paure tornano a galla e che continua la sua battaglia fin quando non potremmo di nuovo percorrere in sicurezza le nostre strade. 

Ogni giorno la cronaca ci riporta notizie di incidenti e di questi giorni di aggressioni a pedoni  che per sfortuna si trovavano nel luogo sbagliato al momento sbagliato. Cosa dovrà ancora accadere prima che si prenda in seria considerazione questo problema? Dobbiamo solo sperare che succeda una cosa simile alle persone che dovrebbero prendere i giusti provvedimenti? 

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