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Antonella e Beniamino: “Alla base di ogni rapporto tra di noi e con gli altri c’è il rispetto”

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Antonella Tascone e Beniamino Tambelli sono i fondatori di una importante azienda sansalvese che è nata e cresciuta insieme al loro essere famiglia ed è a tutti gli effetti, considerata anche da chi ci lavora come una seconda famiglia. Di seguito l’intervista su una bella realtà, non solo economica ma anche e soprattutto umana e familiare, tutta sansalvese.

Mi raccontate un po’ di voi?

Quando ci siamo incontrati per la prima volta io ero una studentessa diciassettenne del commerciale e Beniamino un diciannovenne dell’Istituto Professionale. Ci siamo ritrovati in una festa di compleanno e a fine serata a me e un’altra amica, ci diede un passaggio per tornare a casa. Quella sera stessa, nel momento in cui salii sulla macchina, ebbi una sensazione forte e pensai “io questo ragazzo me lo sposerò”. Dopo un paio di volte che ci vedemmo mi resi conto che il primo passo lo dovevo fare io perché lui era piuttosto timido e introverso. E così feci. Nel frattempo ci siamo diplomati e Beniamino era entrato a lavorare in un’azienda di automazione della zona ma dopo qualche anno, col cambio generazionale, non si era trovato bene e così lasciò quell’azienda. Io invece gestivo, insieme a mio fratello, un’edicola di San Salvo. Nel settembre del 2000, quando eravamo molto giovani (23 anni io e 25 lui) decidemmo di avviare, insieme a un altro socio, un’azienda di impiantistica elettrica in un capannone di mio padre nella zona industriale. Sin da subito io mi occupavo della parte amministrativa e Beniamino di quella tecnica e del rapporto con i clienti. Anche se all’epoca eravamo solo fidanzati e ognuno stava a casa con la sua famiglia vivevamo quell’azienda come qualcosa di nostro che apparteneva a tutti e due. Il nostro primo lavoro è stato quello di cambiare le lampadine alla Cotir. Quante difficoltà all’inizio e quante notti insonni! Nel maggio del 2002 ci siamo sposati, nel 2004 è nata la nostra prima figlia e nel 2005 il secondo figlio. Vivevamo la famiglia e il lavoro come un tutt’uno. Allattavo i miei figli a lavoro. Nel 2004 ci siamo resi conto che solo con l’impiantistica elettrica c’era poco lavoro e poco fatturato e così abbiamo cambiato l’oggetto sociale, acquistato delle macchine utensili e implementato in azienda anche la meccanica e l’idraulica industriale. Abbiamo cominciato a rispondere alle varie gare di appalti di lavoro e in primis a quelli della Pilkington. Man mano ci siamo fatti conoscere per il rispetto della tempistica affidataci e per la professionalità. Siamo presto passati così dai due dipendenti iniziali ad averne 10. Nel 2009 abbiamo chiesto un finanziamento europeo tramite Invitalia grazie al quale abbiamo potuto costruire un altro capannone e implementare dei macchinari più sofisticati che ci hanno consentito di servire diverse tipologie di clienti. Se prima il fatturato proveniente dalla Pilkington rappresentava il 90% oggi viaggia intorno al 45%. Nel 2011 un’importantissima azienda di San Salvo ci aveva chiesto se potevamo fornire dei manutentori perché volevano esternalizzare questo servizio. Abbiamo accettato la proposta e ampliato l’oggetto sociale. All’epoca purtroppo molte aziende sono state costrette a licenziare per via della crisi e grazie a questa nostra commissione abbiamo potuto ridare un lavoro a tanti padri di famiglia che l’avevano perso.

Quali sono i punti di forza che vi hanno consentito di far diventare la vostra azienda quella che è oggi?

Abbiamo portato avanti questa azienda con grande entusiasmo ognuno nel suo ambito, mettendo sempre al primo posto la soddisfazione del cliente. Poco importa se rappresenta un colosso industriale o una micro azienda. Abbiamo sempre puntato sull’etica, la professionalità e la precisione. Un altro importantissimo nostro punto di forza sono i nostri dipendenti che amano e credono in quest’azienda che è partita da zero e che considerano quasi come una seconda famiglia. La nostra “prima matricola è ancora con noi”. Io prima di stilare un preventivo mi consulto con chi vi opera nello specifico e se qualche dipendente ci dà dei consigli per migliorar una commessa noi siamo sempre pronti ad ascoltare. Per spiegarti il clima aziendale ti voglio raccontare di un ragazzo che ha studiato come perito agrario ed è arrivato qui per un lavoretto estivo. Qui dentro ha imparato il lavoro di tornitore con l’ausilio di un operaio più esperto e nonostante aveva la possibilità di lavorare fuori ha preferito restare qui e oggi è diventato uno dei nostri migliori tornitori.

Come riuscite a essere “marito e moglie” e “colleghi di lavoro” così affiatati?

Di sicuro l’amore che ci lega è sempre stato alimentato da entrambi da un profondo rispetto e stima reciproca. Il rispetto dell’altro per ciascuno di noi è alla base di ogni nostro rapporto non solo tra di noi ma anche per i nostri dipendenti, clienti, fornitori e chiunque ha a che fare con noi.

 

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