Approfondimento sull’economia civile nel secondo appuntamento di “ PALIZZI INCONTRA … il mondo  dell’Economia” promosso dall’ ITSET  “Filippo Palizzi ” per avvicinare i giovani allaScienza e alle più importanti questioni di attualità. Relatore è stato il professor Stefano Zamagni dell’Università di Bologna che ha parlato di economia e management di comunione. Zamagni ha declinato il “paradigma della felicità” e spiegato ad una sala gremita di giovani studenti la differenza fra Economia Politica ed Economia Civile. “ La quarta rivoluzione industriale nella quale siamo inseriti, ha coinciso con l’ingresso delle cosiddette Tecnologie convergenti. Distruggono i lavori ripetitivi ma non li eliminano, li trasformano. È così che  il lavoro di routine sta diventando di alto profilo creativo. Questo processo, però, non va alla stessa velocità dell’uomo. Chi esce oggi dal tessuto produttivo ha bisogno di una certa tempistica per reinserirsi nel nuovo mondo del lavoro e non è detto che ci riesca” sottolinea il professore. “ Ci sono tante professioni che scompariranno: non significa la fine di tutto, significa doversi reinventare. La prospettiva dell’economia civile, a differenza dell’economia politica punta sulla relazione all’interno di ogni professione” aggiunge. “Ci troviamo di fronte a problemi sconosciuti alle generazioni precedenti, pensiamo a quello ambientale. L’ambiente si sta degradando ed è un bene comune. Ci è voluto Papa Francesco con la sua enciclica per scrivere un documento inappuntabile in ogni sua parte parte sul concetto di ambiente come bene comune globale che deve essere trattato con il tema della reciprocità e non dell’economia politica” conclude il professore. “Il corso L’altra prospettiva dell’economia che ha visto  tra i suoi relatori il professor Zamagni è inserito in un progetto più ampio, il Sycamore. Il Palizzi è  coinvolto con l’obiettivo di formare e orientare i ragazzi alla realtà contemporanea, in una prospettiva nuova” sottolinea il dirigente Nicoletta Del Re. “Aprire le menti, invitare incessantemente i giovani a ripensare e ripensarsi, a cambiare prospettiva, ad acquisire ogni conoscenza come una rivoluzione copernicana è uno degli scopi prioritari della scuola” conclude il Dirigente.