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Crisi occupazionale del Vastese, Ivo Menna: "Dove sono i politici?"

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Qualche giorno indietro, una rara visita fatta al Pianeta Conad di via Quattrocchi, mi ha rivelato quanto fosse illusoria e lontano dalla realtà in sangue ed ossa, quel luccichio brillante delle illuminazioni, quella ridondanza di merci varie che ti suggeriscono di acquistarle anche senza motivo, come una sorta di trasfigurazione ti illuda che il mondo sia una felicità di multiformi colori. Invece, di lì a poco mi imbatto in dipendenti lavoratrici che riconoscendomi si fermano per qualche decina di minuti, e come spinte da un moto di liberazione mi confessano la angoscia che da molti giorni vivono come lavoratrici e come madri a causa di prossimi licenziamenti.

La azienda ha deciso: licenziare, licenziare, licenziare. - ( I padroni della S.r.L. con linguaggio postmoderno parlano di sforbiciata). In sostanza circa trenta lavoratrici e lavoratori dei 104 che hanno fatto per anni la fortuna di questo centro commerciale, sorto su una discarica abusiva grazie a una forzatura della politica di destra che ne ha cambiato la destinazione di uso, e che negli anni novanta ha dominato e comandato nella città di Vasto, saranno destinati a essere licenziati.

Questo processo di concentrazione commerciale ha determinato mano a mano la sparizione dei tanti piccoli esercizi commerciali di prossimità in questa città, svuotando e impoverendo i centri storici, lasciato nella solitudine decine e decine di commercianti.

Per anni i lavoratori di Conad Pianeta hanno irrobustito e arricchito imprenditori del settore, proprietari del sito, e altri soggetti legati a interessi speculativi. Adesso i lavoratori non servono più, altri centri commerciali hanno visto la luce in questi anni, e quelle lavoratrici e lavoratori si chiamano “esuberi”, e quelli che restano, dovranno ridurre le ore con decurtazioni di salario, dopo che per due anni hanno dovuto ricorrere alla solidarietà (una forma mutualistica tra operai che si aiutano restando nei posti di occupazione ma con decurtazioni di salario).

Ecco come i padroni vecchi e nuovi, rentiers e vari soggetti trattano il mondo umano del lavoro. Che ci fosse qualche forza politica a difesa di questo mondo? Macchè! Dove sono quelli del PD, e quelli di F.I., e quelli della Lega, e quelli del M5S: dove sono i parlamentari del territorio, il senatore Castaldi e la deputata Grippa? E dove sono i consiglieri comunali che perdono tempo in inutili polemiche da cortile nella sala consigliare. Nessuna voce e nessuna presenza, nessun intervento in forma di interrogazione in Parlamento o nel Consiglio Regionale! In fondo chi sono questi lavoratori per la nuova politica e i nuovi politici? Nulla! Niente!   

Adesso la più vasta crisi industriale avanza inesorabile gettando nel panico operai e famiglie: (utile a tale proposito leggere quello che sta accadendo alla Pilkington di Piana Sant’Angelo dove si parla seriamente di crisi e di prossimi licenziamenti; di incentivi economici per quei lavoratori che si vedono costretti a accettare soldi per uscire dalla azienda, e non ultimo quel fenomeno di emulazione-concorrenza industriale internazionale del nuovo stabilimento Pilkington in Polonia).

Siamo in presenza di un quadro economico sociale che si inserisce nel più ampio fenomeno della decrescita industriale delle nostre zone o come si dice di deindustrializzazione. E le forze politiche e sindacali  impotenti a fronteggiare questo fenomeno, con uno Stato e dei governi che per venti anni sono stati inerti da una parte, ma favoreggiatori di privatizzazioni, come nel caso dei ponti che crollano e che dal 1999 sono stati regalati ai privati per poi piangere sui morti che ne rimangono travolti. 

 

Menna Ivo ambientalista storico e rappresentante della Lista politica "La Nuova Terra"

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