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A un mese dalla Missione, i seminaristi raccontano la loro esperienza a San Salvo

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Siamo nel Mese dedicato alle Missioni. Non è soltanto, pregare o raccogliere fondi per le missioni, ma avere la consapevolezza che siamo tutti “chiamati” alla missione di annunciare e testimoniare con gioia la fede.

A un mese della Missione dei Seminaristi e dopo aver fatto anche una verifica in zona mi sento di ringraziare e benedire il Signore per questa esperienza che ci ha voluto far vivere. La loro presenza in parrocchia è stato sicuramente un momento di crescita e condivisione per tutti e spero che possa portare frutto.

Ho avuto dai seminaristi un feedback che può aiutarci a capire anche come loro hanno vissuto questo tempo.

Ho voluto far condividere a questi giovani l'esperienze di parrocchia perché, potessero sperimentare che essere parroco " Non è vero il detto fatti prete che non fai niente" ma significa svegliarsi alle 6.45 e poi concludere la sera verso le 23.00, dopo l'incontro serale

  • Esperienza in parrocchia

«Se da un lato una realtà cosi grande può essere dispersiva e ogni fedele non può essere seguito singolarmente dal proprio pastore, dall’altro si ha una molteplicità di carismi e di forza lavoro utile per la costituzione e la formazione di vari movimenti laicali che possano fare Chiesa; è quello che Don Raimondo sta cercando di fare da più di vent’anni.

Nella parrocchia riescono a convivere insieme lo Scautismo e l’Azione Cattolica, la Cammino neocatecumenale ed il Rinnovamento nello spirito, il gruppo famiglie per la formazione di giovani coppie ed un equipe di catechisti molto numerosa che punta al dialogo genitori-figli per una maggiore e completa formazione.» (Riccardo)

«Arrivo a San Salvo con la consapevolezza che la missione è un tempo di grazia, si va per portare Cristo, ma al tempo stesso si riceve Cristo. Senza conoscermi, una signora mi ferma davanti la chiesa di San Giuseppe e dallo zaino riconosce che sono uno dei seminaristi in visita alla loro parrocchia. Nel giro di pochi minuti conosco il parroco e vengo subito accolto dalla gente di San Salvo, con entusiasmo e curiosità.

Durante la messa avverto che tra l’assemblea e il sacerdote c’è “feeling”, cosa che non sempre capita, quel senso condiviso di vivere la celebrazione come un incontro vivo con Gesù Cristo e con gli altri, si percepisce non in un solo aspetto, ma da molteplici: l’attenzione, la distensione, il calore umano. Una semplice messa domenicale, semplicemente vera.» (Gregorio)

«Dell’esperienza in parrocchia mi ha molto colpito l’incontro con le famiglie dei battezzandi. Mi viene in mente, in particolare, la formazione dei gruppi di condivisione. Nel mio microgruppo le persone hanno parlato con molta autenticità della loro esperienza di fede: non vi erano discorsi preconfezionati o di circostanza. Anche laddove la fede vacilla o si attraversano delle difficoltà, ho percepito il desiderio, talora la nostalgia, di affidarsi a Dio. Sono emersi racconti di situazioni molto concrete. Molti hanno sottolineato l’importanza che la fede riveste, tanto da volerla trasmettere ai figli attraverso il dono del Battesimo.

Dell’incontro con gli Scout, con il gruppo del Rinnovamento nello Spirito e con le Comunità Neocatecumenali porto a casa le parola “accoglienza” e  “preghiera”.» (Piero)

La grande famiglia scout mi ha entusiasmato per la gioia profusa dagli adulti in primis e poi dai ragazzi di clan e reparto; essere in contatto con ragazzi che fanno un cammino di fede e di servizio mi ha fatto sentire a casa pur non conoscendo nessuno di loro. Essere scout oggi credo che sia una grande testimonianza di vita in un mondo che tralascia le relazioni personali e la contemplazione del creato. (Riccardo)

Il pomeriggio partecipiamo della vita della parrocchia: catechismo e visita ai malati con i ministri dell’Eucarestia che svolgono un vero e proprio ministero della consolazione verso coloro che oggi sono, probabilmente, le persone più povere: gli anziani soli. Percepisco la stessa cura pastorale nella riunione in cui ci viene presentato il gruppo “famiglie”, composto da coppie più o meno giovani con una grande spinta evangelizzatrice. Già da alcuni anni al lavoro con le coppie che si preparano al matrimonio, il gruppo “famiglie” propone un cammino di fede per accogliere nella comunità le coppie che chiedono il battesimo per i loro figli. La prossima sfida è allargare questo progetto anche ai genitori dei bambini che si preparano alla prima comunione. C’è grande entusiasmo nell’aria per quest’anno che si prefigura davanti. (Gregorio)

Uno dei momenti più forti di questi giorni è stato il Vespro in ricordo di Eugenio e l’inaugurazione dell’associazione a lui dedicata. Ho visto la comunità stringersi attorno alla sua famiglia in un sentimento davvero condiviso.

Mi ha molto toccato il senso delle parole della moglie, quando sostanzialmente ha detto che di fronte a questo grande lutto vi erano due possibilità: chiudersi nel dolore o trasformare questo dolore in fonte di vita. (Piero)

  • Esperienza nelle scuole

Voglio innanzitutto sottolineare la disponibilità e l’accoglienza dei professori: siamo stati messi davvero a nostro agio, in un clima gioioso e familiare che ha non poco favorito il dialogo.

Ho verificato l’importanza di far emergere nei ragazzi quanto è in loro, stimolandoli attraverso attività o provocazioni, per cercare insieme di oggettivare le loro domande e per mettersi in cammino verso delle risposte. Serve davvero a poco andare in mezzo a loro e fare monologhi.

I ragazzi hanno mostrato di sentire urgente il tema delle scelte da fare, sia in campo affettivo che professionale. Talvolta sono anche emerse, al riguardo, note di sfiducia, stanchezza e passività. (Piero)

Quello che porto più nel cuore è senza dubbio il contatto con gli studenti delle scuole che ho avuto modo di visitare; lasciare la mia testimonianza di vita a dei ragazzi poco più giovani di me sarebbe stato superfluo e inopportuno se prima non avessi intessuto una relazione con loro ed un dialogo che li spronasse ad aprirsi, a raccontarsi o quantomeno a creare un interesse sulla propria situazione in rapporto alla vocazione e alla scelta di vita che avrebbero intrapreso. Entrare in sintonia con loro non è stato difficile; li ho visti attenti, interessati e talvolta anche scossi dalle sollecitazioni dategli. Alcune classi, ritenute dai docenti indisciplinate e maleducate si sono rivelate le più bisognose di ricevere un messaggio che gli parlasse di futuro; è vero, i ragazzi di oggi sembrano aver perso la speranza e i loro sorrisi sono spenti, sporadici e momentanei.  Dietro ogni volto c’è una storia, talvolta difficile, e comprenderli non è facile; riflettere sull’ importanza dell’ ascolto, sullo scambio di relazioni, sugli affetti e su Dio gli ha aperto, se non una porta, una finestra dalla quale spero vorranno affacciarsi spesso per poi scendere nella piazza della vita per viverla in pienezza. (Riccardo)

  • Esperienza in famiglia

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https://parrocchie20.cittanet.net/2018/10/24/a-un-mese-dalla-missione-i-seminaristi-raccontano-la-loro-esperienza-a-san-salvo/

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