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Chiusura del Cas nel centro di San Salvo, i nuclei familiari trasferiti in altre strutture del territorio

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Chiuso il centro di accoglienza nel centro cittadino di San Salvo. Dallo scorso 14 novembre i 15 richiedenti asilo sono stati trasferiti in altre strutture del territorio. Il centro in cui erano ospitati, in via 4° Rione Istonio n.6 a San Salvo, era più precisamente un Cas (Centro di accoglienza straordinario), adibito al fine di sopperire alla mancanza di posti nelle strutture ordinarie di accoglienza o nei servizi predisposti dagli enti locali, in caso di arrivi consistenti e ravvicinati di richiedenti. I 15 richiedenti asilo sono stati trasferiti per questioni logistiche, si trattava infatti di nuclei familiari e l'edificio nel centro cittadino non era adatto alle loro esigenze. Resta comunque operativa la struttura del Miraverde che, fa sapere il Comune di San Salvo, potrebbe, a sua volta, essere destinata a perdere gli ottanta extracomunitari presenti e tenuti in carico dall’attuale cooperativa.

“Con l’arrivo dei migranti ho sollevato una questione di facile comprensione", sostiene il sindaco Tiziana Magnacca, "che si muoveva su due fronti: uno di carattere funzionale, rispetto alle strutture che con il loro diverso utilizzo di fatto producevano un depauperamento di attività destinate al turismo e dall’altro, cosa che abbiamo poi riscontrato tanto da dover adottare una apposita ordinanza, come una buona parte degli ospiti delle strutture di accoglienza del territorio poi di fatto stazionavano davanti alle attività commerciali o per strada a fare accattonaggio”.

Anche la struttura dell'ex hotel Miraverde è un Cas e San Salvo circa un anno fa in una situazione di piena emergenza ha dovuto fare la sua parte. Il Consorzio Matrix, che fa capo al legale rappresentate, Paolo Caputi, e che gestiva il centro appena chiuso e, attualmente, il Miraverde, sito in contrada Piana Sant'Angelo, nella zona industriale di San Salvo, smentisce però il probabile trasferimento degli ottanta migranti attualmente ospitati.

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