Partecipa a SanSalvo.net

Sei già registrato? Accedi

Password dimenticata? Recuperala

Violentemente, il fenomeno della tratta protagonista dell'evento di Petacciato: oltre 200 donne sfruttate nel termolese

I dati relativi a 2017 e 2018 ci sono arrivati dallo sportello antitratta di Termoli, grazie alla psicologa Mariachiara D'Amore

Condividi su:

Tutti gli aspetti della violenza di genere, dal femminicidio alla tratta, sono stati affrontati nella terza edizione di Violentemente a Petacciato. L'evento organizzato dall'associazione Articolo 21, da l'Altra Guglionesi e dalla Pro Loco di Petacciato. 

Una versione nuova dell'evento che ha visto l'arrivo di due relatrici inedite rispetto al passato. Si tratta delle psicologhe Nicoletta Bartollino e Mariachiara D'Amore. La prima ha illustrato al pubblico gli incastri psicologici della violenza e ci ha fatto capire come mai una donna può essere più predisposta all'essere vittima e come mai un uomo diventa un carnefice. La relatrice è convinta che cambiare un uomo fatto e già predisposto sia molto difficile. Non  lo è altrettanto invece che una donna possa sottoporsi a terapie mirate per cambiare l'approccio verso la violenza. 

La vera novità, l'innovazione del panorama dei confronti antiviolenza in Molise, l'evento Violentemente lo ha visto con l'approccio della dottoressa D'Amore. Oltre che psicologa dal 2017 è una operatrice dello sportello antitratta di Termoli. Di cosa si occupano? Di accogliere le vittime del fenomeno che vengono sfruttate in prostituzione dagli sfruttatori. E se è il caso portarle alla denuncia. I dati che ci ha fornito sono allarmanti. 

Sono infatti oltre 200 è quasi tutte straniere giovanissime e provenienti dalla Nigeria. Sono queste le schiave sessuali che si rivolgono allo sportello antitratta di Termoli. Il cliente è quasi sempre un 40enne o anche più anziano e sempre italiano. "Il compito dell'operatrice è quello di mettere a proprio agio le vittime della tratta- ha sottolineato-  e spingere qualcuna anche alla denuncia. Non è facile ma i primi frutti arrivano". Allo sportello lavorano anche uomini che però sostengono che la donna riesce a mettere più a proprio agio la vittima che deve denunciare. Per ora la psicologa non ha dati certi per sostenere se applicare il modello nordico, quello della multa al cliente, sia la via giusta per ridurre il fenomeno della schiavitù sessuale. Per ascoltare l'intervista cliccare qui

Il convegno è stato introdotto dalla presidente del comitato articolo 21 Paola Raspa che aveva realizzato una carrellata di slide con i nomi delle vittime di femminicidio più note della cronaca nazionale. Sostenuto come sempre dal fondatore stesso del comitato, uomo sensibile al tema, Matteo Fallica. La giornalista di questo portale, Viviana Pizzi, ha invece portato alla luce una tematica molto spesso sottovalutata: i social in relazione con le vittime di violenza. Unico aspetto positivo resta quello di non sentirsi sole.  Ma poi si può invece incappare in uomini violenti in cerca di storie di violenza per mettere in atto il loro essere. Si incappa nel linguaggio sessista politico e non che isola sempre di più le vittime. Ci si può ritrovare al centro di un "tribunale virtuale" che ti può assolvere o condannare in quanto vittima e scoraggiarti alla denuncia. Il consiglio è quello di usare i social in maniera responsabile. Scegliendo accuratamente i propri contatti ed evitando di raccontare particolari della propria storia che possano minarne la credibilità. Per il recupero psicologico poi è meglio rivolgersi ai centri antiviolenza competenti. Solo in Molise ci sono befree con centri dislocati da settembre non solo a Campobasso ma anche a Isernia e Termoli e allo sportello di Liberaluna onlus. Le vie per la guarigione esistono e sono tutte della vita reale. 

Condividi su:

Seguici su Facebook