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Don Pino Fazio: dall’altare alla Ultra Maratona

Le imprese sportive del parroco calabrese

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Nel mondo del podismo si fanno tanti incontri ma quello con Don Pino Fazio è stato da subito molto particolare: eravamo alla Ultra Maratona delle Fiabe a Rapone (PZ) e mentre presentavo i top runner della manifestazione mi si avvicina un atleta con un foglietto in mano dicendomi se potevamo recitare, prima della partenza, la Preghiera del maratoneta.

Ho avuto modo di incontrare nuovamente Don Pino, guarda caso in un’altra ultra maratona, e non mi sono fatto scappare l’occasione di fare quattro chiacchiere con una persona veramente molto interessante.

1)Credo che non sia facile per te conciliare la vocazione religiosa e l'impegno sportivo, anche perché oggettivamente sarebbe più semplice dedicarsi ad uno sport di squadra o ad a un'attività sportiva un tantino meno impegnativa. Ma la scelta è ricaduta sulla ultramaratona. C'entra qualcosa il fatto che nel tuo paese Curinga si svolga da alcuni anni una sei ore?

R. Si. Ho iniziato a fare sport maturando in me stesso la convinzione della satira di Giovenale “Orandum est ut sit mens sana in corpore sano” (tradotto in italiano “Bisogna pregare affinchè ci sia una mente sana in un corpo sano”). L'uomo dovrebbe aspirare alla sanità dell'anima e la salute del corpo. Quindi il corpo e l’anima possono crescere e svilupparsi soltanto insieme (ad esempio facendo sport dovrebbe aumentare il coraggio della persona nell’affrontare le avversità della vita). C’è un’unità psicofisica in ciascun uomo. In me la sedentarietà e l’obesità stavano prendendo il sopravvento impedendomi di dare il meglio di me stesso, anche dal punto di vista pastorale. Nel 2015 pesavo 128 Kg, avevo quindi raggiunto il limite e dovevo fare inversione di marcia, soprattutto per stare meglio ed evitare anche eventuali malanni futuri. Così ho iniziato a fare sport comprando un tapis-roulant e correndo su di esso per 45 minuti ogni sera. Poi dopo 5-6 mesi ho iniziato a uscire facendo 8-10 Km. Mi sentivo molto meglio. Col passare del tempo e con un po’ di impegno ho perso in due anni 40 Kg, aumentando i Km percorsi fino a 28. Poi la sei ore di Curinga mi ha dato gli stimoli per affrontare le ultramaratone e così è iniziata la mia avventura da ultramaratoneta.  

 

2) Come fai a trovare il tempo per poterti allenare in modo costante? Non hai paura che i tuoi parrocchiani possano criticarti per il tempo che "perdi" nel dedicarti allo sport?

R. Mi alleno 2 volte alla settimana in orari che non mi impediscono di svolgere al meglio le mie attività parrocchiali. Per questo esco alle 12.00 per gli allenamenti e termino alle 14.30. Quindi unisco lo sport a due digiuni settimanali e anche alla preghiera. 


3)  Preghiera ed attività sportiva sono due attività molto intime dell'animo umano: sono conciliabili?

R. Si sono molto conciliabili per diversi motivi: correre aiuta a contemplare la natura e ad apprezzarla come dono di Dio; inoltre è manifestazione di gioia e di lode a Dio per il dono della vita; poi ci aiuta a sentirci parte di un mondo meraviglioso in cui bisogna rispettare tutti e amare il prossimo. Io spesso, mentre corro, ascolto alcuni canti di Chiesa ritmati e trasformo lo sport in preghiera. Poi quando si fa sport da ultramaratoneta ci sono anche dei momenti difficili da superare in cui si chiede l’aiuto al Signore. Finora non ho incontrato ultramaratoneti atei. Poi bisogna anche capire che l’attività del corpo aiuta l’anima ad essere più attiva. Quindi lo sport aiuta la preghiera, favorisce la meditazione, aiuta l’anima ad elevarsi con più facilità verso Dio.    


4) Riesci a coinvolgere nell'attività sportiva dei colleghi o dei tuoi parrocchiani?

R. Con alcuni sacerdoti ci ritroviamo una volta al mese per fare una partita di calcio: questo è già tanto. I miei parrocchiani penso che trovino in me anche un motivo per vincere la sedentarietà anche perché mi hanno conosciuto obeso. Fare sport fa bene a tutti.  


5) Il Tuo ricordo più bello durante una gara podistica qual'è stato?

R. I ricordi sono tanti ma molte di più le emozioni. I momenti più belli continua a leggere

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