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Dove eravamo rimasti /3? Diario (a puntate) di quanto non è successo a San Salvo negli ultimi quattro anni

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Terzo quesito: “L’incompiutezza”: così erano intitolate le mie considerazioni del 28 maggio 2016 (leggi ).

In quell’occasione mi proponevo di riparlare “dell’anomalia sansalvese” e segnalavo, quale elemento identitario (della città e della sua popolazione), una sorta di vocazione all’incompiutezza degenerata poi in conseguente, fisiologica dipendenza: un’assuefazione, in altri termini. A sostegno della mia tesi  pensavo ad alcune ‘incompiute pubbliche’: il Teatro, per cominciare, e la Marina: le grandi incompiute. Ma mi riferivo anche all’ordinaria manutenzione dei beni pubblici che mi sembrava una variabile indipendente, se non addirittura una prolungata assenza (sicuramente ingiustificata) nella programmazione amministrativa della città. 

Questo è quello che ho subito notato, già dal 2008; da quando, cioè, ho iniziato a essere ospite frequente della città. E giusto a titolo di esempio segnalavo che la gran parte delle ‘caditoie’ ai margini delle strade cittadine non svolge il servizio per il quale sono state installate perché sono completamente occluse... forse da sempre. Con le conseguenze (a tutti ben note) che si verificano in occasione di piogge anche di modesta intensità.

Fra le più recenti ‘incompiute’ pubbliche citavo anche le postazioni allestite per ospitare i vigili di quartiere (le famose, costose garitte), ma pure le ‘colonnine/parcometri’ (nel frattempo mandate in pensione molto anticipata... anzi che ‘quota 100’) istallate a suo tempo per contribuire a realizzare il salvifico ‘Piano Marketing’ (sic! nei comunicati ufficiali del Comune) finalizzato alla rivitalizzazione e al rilancio del centro storico. 

Terza risposta: Teatro e Marina sono praticamente fermi allo statu quo ante; così pure le caditoie; altrettanto per le garitte, nelle quali non mi è mai capitato di vedere un vigile o altro addetto. Una diversa sorte è invece toccata, come appena detto,  alle ‘colonnine/parcometri’.

Nota a margine - Confido che, almeno questa volta, chi più o meno direttamente e di volta in volta ho chiamato o chiamerò in causa voglia sentirsi coinvolto in questo ‘esercizio della memoria’... come invece puntualmente già avviene, ma solo (e spesso stucchevolmente) nell’infinita e sterile polemica cui ci hanno abituato maggioranza e opposizione cittadina.

 

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