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Dove eravamo rimasti? (4)

Diario (a puntate) di quanto non è successo a San Salvo negli ultimi quattro anni

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Quarto quesito: In data 2 luglio 2016 questo portale ospitava un mio intervento che si ispirava a un popolarissimo detto: “La parola è d’argento, il silenzio è d’oro” (leggi) come dire che, in determinate circostanze, è assai più prezioso il silenzio rispetto a certe parole, pronunciate magari solo quale reazione istintiva. Cosa che capita sempre più spesso, anche - ma non solo - per la costante connessione alla rete che condanna chi ne dipende a reazioni poco meditate con ‘messa in onda’ di pensieri-anatemi esenti dal preventivo vaglio di qualsiasi rilettura (meglio se autocritica). 

Ecco perché mi veniva in mente il già citato, vecchio adagio: quello del ‘silenzio d’oro’.

Denunciavo, in quell’occasione, una certa, reiterata tendenza di taluni protagonisti della politica cittadina che ritengono di dover interpretare il diverso ruolo di maggioranza e opposizione solo e necessariamente come conflitto, piuttosto che come dibattito, meglio se motivato adeguatamente. Segnalavo, perciò, che sempre più spesso siamo costretti a  leggere attacchi strumentali e personali contro questo o quello, polemiche che perseguono l’esclusivo fine di additare un ‘nemico’, gridandone nome e appartenenza, con un battibeccare che richiama il racconto manzoniano dei quattro capponi di Renzo che “dava loro fiere scosse, e faceva sbalzare quelle teste spenzolate; le quali intanto s'ingegnavano a beccarsi l'una con l'altra, come accade troppo sovente tra compagni di sventura.”

Mi stupivo però, in quell’occasione, del fatto che a fronte dei tanti interventi di interesse più generale, su queste stesse colonne non si generi alcun conseguente dibattito. Quasi mai: tutto quello che sansalvo.net lancia in rete resta puntualmente senza commenti, non innesca un dibattito. Ipotizzavo, perciò, che potesse trattarsi della conferma di quella mancanza di identità cittadina già ventilata, “mancanza di identità che non riesce a coinvolgere nelle vicende di questa polis quell’insieme di individualità che la popola e che si limita a lamentare (quando lo fa, ma sempre e soltanto nel proprio ristrettissimo circolo di frequentazioni lavorative/familiari) carenze, disservizi, incongruenze, privilegi...”

E allora, ipotizzavo un’altra delle mie chiavi di lettura: altro elemento distintivo di questa città potrebbe essere la ‘rassegnazione’. Un po’ quello che in genere succede in gran parte della società meridionale, se è vero che nel mio amatissimo sud hanno potuto generarsi e prosperare (in misura assai più significativa che altrove) fenomeni che quando va bene chiamiamo clientelismo e corruzione, ma quando va male degenerano in mafia, camorra, ’ndrangheta.

Concludevo con l’invito ai lettori a non cedere mai alla rassegnazione, perché le cose possono cambiare tanto più celermente quanto più ciascuno di noi vorrà partecipare al dibattito pubblico con convinzione e con i modi dovuti, motivando seriamente le proprie proposte e senza limitarsi a gridare il proprio risentimento o a urlare la propria protesta (per legittima che sia) magari insolentendo Tizio o Caio... perché se è vero che talvolta il silenzio è d’oro, un silenzio prolungato rischia di diventare di piombo

Quarta risposta: Tre anni dopo continuo a imbattermi, desolatamente, solo e sempre più spesso, in polemiche sterili, pretestuose e scialbe tra opposizione e maggioranza...  ma soprattutto mi sconcerta l’assoluta assenza di un dibattito fra i ‘non addetti ai lavori’.

 

Nota a margine - Confido che, almeno questa volta, chi più o meno direttamente e di volta in volta ho chiamato o chiamerò in causa voglia sentirsi coinvolto in questo ‘esercizio della memoria’... come invece puntualmente già avviene, ma solo (e spesso stucchevolmente) nell’infinita e sterile polemica cui ci hanno abituato maggioranza e opposizione cittadina.

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