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Lotta agli abusivi partendo dai consumatori

La campagna di sensibilizzazione del Comune di San Salvo e della Confcommercio Chieti

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Confcommercio Chieti e Comune di San Salvo ribadiscono con un’iniziativa rivolta ai consumatori che anche chi acquista dagli abusivi ha delle precise responsabilità per la campagna di sensibilizzazione: “Non comprare in spiaggia dagli abusivi”.

E per non farlo ci sono dieci buoni motivi che sono stati illustrati nel corso di una conferenza stampa tenutasi presso il Biotopo costiero dal sindaco Tiziana Magnacca, dal presidente provinciale della Confcommercio Marisa Tiberio, dal comandante della Compagnia della Guardia di Finanza di Vasto cap. Marco Garofalo, dall’assessore al commercio OIiviero Faienza e dal responsabile della Polizia municipale ten. Saverio Di Fiore.

Il sindaco ha ricordato che proprio ieri il neo prefetto di Chieti, Antonio Corona, ha presieduto  il Comitato provinciale per l’ordine pubblico e della sicurezza dedicato al commercio abusivo.
Comune di San Salvo che pur avendo avuto problemi per l’assunzione dei vigili stagionali, a causa delle restrizioni volute dal governo per il pubblico impiego, ha attivato una serie di servizi specifici per un impegno che è soprattutto culturale affinché passi il messaggio che comprare dagli abusivi equivale a commettere un reato. «E’ una campagna si sensibilizzazione contro l’abusivismo commerciale – ha spiegato il sindaco – che deve vedere in primo luogo protagonisti i cittadini. Basta con il pietismo e il buonismo: quando si acquista merce contraffatta faccio un danno a noi stessi e all’economia. Merce frutto di contraffazione che alimenta la criminalità organizzata e che nuoce anche alla salute».

Decalogo per ricordare a chi acquista prodotti falsi che ci sono sanzioni che vanno da 100 a 7.000 euro; c’è meno sicurezza della salute non potendo controllare i processi produttivi; qualità e prezzo che non corrisponde al valore del prodotto; la contraffazione favorisce la manodopera clandestina, il sommerso e il lavoro minorile; c’è concorrenza sleale perché vengono danneggiati i commercianti che pagano le tasse; il falso produce minore entrate per lo Stato ed evasione fiscale; ricadute sociali con meno sicurezza sui luoghi di lavoro e tutele sanitarie; si alimenta la criminalità organizzata, si accresce l’assenza della cultura dell’illegalità e l’aspetto penale considerato che l’acquisto di prodotti falsi come reati minori.

«Stiamo girando il territorio provinciale – ha detto Tiberio – per sensibilizzare i consumatori per arginare il fenomeno dell’abusivismo e far crescere la cultura della legalità».
Regole semplici di comportamento che saranno contenute in sintesi in un messaggio pubblicitario che verrà diffuso negli stabilimenti balneari per sensibilizzare su un fenomeno che non conosce crisi rispetto al commercio regolare, ma che produce pesanti conseguenze per l’economia e la nostra salute.

La Confcommercio di Chieti ha stilato il vademecum contro l'abusivismo commerciale (10 validi motivi per non comprare in spiaggia dagli abusivi):

1. Sanzioni: acquistare prodotti falsi comporta una sanzione per l’acquirente finale da 100 euro a 7.000 euro.
2. Sicurezza della salute: i prodotti contraffatti non seguono processi produttivi a norma di legge e controllati, con conseguenti inevitabili rischi per la salute di chi indossa o utilizza il prodotto contraffatto, causati da agenti chimici, coloranti e collanti (allergenici o addirittura cancerogeni), utilizzati nella lavorazione dei prodotti tessili, della pelletteria e delle calzature.
3. Qualità/prezzo: la qualità di un prodotto contraffatto corrisponderà al prezzo pagato dal consumatore sia in termini di scarsa fattura dello stesso, sia per la mancanza di garanzie di qualità, di assenza di difetti e di assistenza post vendita.
4. Occupazione: contraffazione ed abusivismo contribuiscono allo sfruttamento della manodopera clandestina, del lavoro sommerso e del lavoro minorile sottraendo importanti spazi all’economia regolare.
5. Concorrenza sleale: vengono danneggiati gli imprenditori che pagano le tasse. Quegli imprenditori che producono nel rispetto delle leggi ed investono in ricerca, sviluppo, innovazione ed immagine; quegli imprenditori che vendono nei negozi tradizionali prodotti originali e Made in Italy con valore pari a quelli delle false griffe. Un mercato senza legge è un mercato fuori legge.
6. Fisco: l’industria del falso produce un danno allo Stato, sottraendo all’erario una quota significativa di gettito a causa della diminuzione delle entrate, dell'evasione fiscale e di quella contributiva.
7. Ricadute sociali: sono rilevanti i danni in termini di mancanza di sicurezza nei luoghi di lavoro, delle tutele dei lavoratori occupati nell’industria del falso e nella vendita abusiva di prodotti taroccati (assenza di tutele sanitarie, previdenziali, per infortuni sul lavoro, per orari e salubrità dei luoghi di lavoro).
8. Criminalità: contraffazione ed abusivismo alimentano la malavita ed arricchiscono la criminalità organizzata.
9. Aspetto etico-sociale: è evidente l’assenza della cultura della legalità ed un inaccettabile atteggiamento assolutorio verso chi compra.
10. Aspetto penale: contraffazione ed abusivismo sono troppo spesso ed a torto considerati “reati minori”.

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