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Riflessioni post-elettorali del Consigliere Regionale Mario Olivieri

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Ad una settimana dalle elezioni politiche, dopo avere smaltito e metabolizzato i risultati nazionali, corre l’obbligo, così come è giusto che sia, porre alcune riflessioni sul risultato elettorale, sia per ciò che concerne il dato nazionale, sia per quello regionale.

A livello nazionale ha prevalso l’ondata dell’antipolitica, alimentata dagli errori commessi dai partiti ( cosiddetti, ma non più tali ) nel passato più o meno recente.

La riedizione del centro destra in chiave berlusconiana non solo non ha convinto, ma ha determinato una reazione anche da parte degli elettori che una volta erano di Forza Italia e che adesso hanno votato  il Movimento 5 Stelle o la Lega di Salvini.

Nel centro sinistra la debacle del PD, alimentata dall’azione personalistica di Renzi e dallo smembramento della sinistra, ha determinato un risultato che è andato peggio di una  aspettativa che non era di certo foriera di un risultato positivo, nonostante l’azione del Governo  guidato da un moderato e costruttivo Gentiloni.

Gli italiani, insomma, non hanno perdonato a Berlusconi la incapacità di realizzare quanto aveva promesso allorché ne aveva avuto la possibilità, e a Renzi l’accordo sulla legge elettorale con lo stesso Berlusconi, finendo per punire sonoramente entrambi.

E in Abruzzo cosa è accaduto?

Lungi dal volere insegnare niente a nessuno, ma cercando di ragionare come “ l’uomo della strada “, credo che il clamoroso risultato, da una parte dei 5 Stelle, e dall’altra del PD abruzzese, sono da accreditare per gli uni alla onda lunga della avanzata nazionale, e per gli altri da addebitare alla superficiale, personalistica e supponente gestione della politica regionale, da parte di alcuni componenti della squadra targata PD.

Il costante richiamo alla politica dell’ascolto verso i bisogni della cittadinanza, e del confronto all’interno della maggioranza del governo regionale che il sottoscritto ha cercato di ricordare in diverse occasioni, nei 4 anni trascorsi, è stato interpretato, da alcuni rappresentanti del PD regionale, come una “ indebita ingerenza “, e spesso come “ lesa maestà “, non rendendosi conto che la cultura della Politica è distante mille anni luce dalla pretesa conoscenza della verità, soprattutto se ciò si fonda su di una autoreferenzialità, non supportata dalla aderenza alla realtà e alla umiltà dei comportamenti.

Ciò che è accaduto a livello elettorale regionale, per ciò che riguarda il PD, il partito di maggioranza relativa del governo regionale, avrebbe imposto da subito, così come è accaduto a livello nazionale,una autocritica puntuale, e una presa d’atto degli errori a valanga, commessi nel corso di questi anni, attraverso le dimissioni di quanti , segretari di partito, assessori , direttori di ASL  e di altri Enti strumentali, che hanno sempre gestito in maniera personalistica e fallimentare le risorse pubbliche.

E invece fino ad oggi niente, come se nulla fosse accaduto.

Il Gruppo regionale al quale il sottoscritto appartiene sta spettando per capire se il PD ha il coraggio di fare il mea culpa attuando le decisioni opportune,  e di riconoscere che i richiami costanti fatti dal sottoscritto e dal suo gruppo regionale erano giusti e puntuali, in caso contrario ognuno trarrà le proprie conclusioni e prenderà le decisioni conseguenti.

 

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