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L'Arte dei Calzolai a San Salvo

Un mestiere antico che ancora vive e si rinnova

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Quando si entra in una bottega artigiana gli odori, i colori, i rumori ci riportano subito con la mente ad una tradizione lontana, all'Arte e all'arte del saper fare. Questo è ciò che accade entrando nella bottega del calzolaio in corso Garibaldi, nei pressi di piazza Europa, a San Salvo, in pieno centro storico.

Qui l'odore di cuoio e di resine si mischia ai colori caldi della terra di Siena bruciata, dell'ocra, dei rossi cupi che sfumano in testa di moro e il ticchettio del martello, che batte sulle suole, scandisce lo scorrere di un tempo che sembra essersi fermato.

E lì, davanti al suo banco da lavoro, sta Emiliano, l'artigiano che con grande maestria e precisione realizza sandali e rimette a nuovo scarpe che hanno calpestato innumerevoli strade.
Lui è giovane, ha trentatré anni e svolge questa attività da dieci anni, ma come gli antichi maestri calzolai medievali si è formato con un lungo apprendistato nella bottega di suo padre a San Severo. Sì, perché la sua è una famiglia di maestri calzolai!

Il lavoro di Emiliano comincia con la selezione dei materiali: quelli tradizionali come il cuoio, il legno e le pelli vengono ancora scelti seguendo i più rigidi regolamenti delle potenti corporazioni fiorentine; mentre quelli più moderni e innovativi, come la gomma e la plastica, li sceglie in modo da soddisfare le esigenze dei clienti.

Questi materiali vengono, poi, lavorati e plasmati con quegli attrezzi che nel tempo non sono cambiati: le cesoie, per tagliare il cuoio; il martello orlatrice, per fissare le suole e battere i chiodi; il torchietto, per montare bottoni e occhielli; le forme, per modellare le scarpe; la piantatacchi; la macchina per cucire e il banco di finissaggio, per rifinire la suola e lucidare le scarpe.


L'intervista:

Domanda: Quando hai scelto di imparare questo mestiere, hai mai pensato che così saresti diventato testimone ed erede di una lunga tradizione? Questa tradizione, per te, rappresenta un peso oppure è motivo di orgoglio?
Risposta: Sì, l'ho sempre saputo. Questa tradizione, per me, è motivo di grande orgoglio.

Domanda: Dalle informazioni ricevute da Giovanni Artese, lo storico sansalvese; il maggior centro di specializzazione per la produzione artigiana di calzature nel Vastese sembrerebbe essere l'attuale comune di San Buono. Come mai hai scelto di esercitare il tuo mestiere proprio a San Salvo, dove non c'è mai stata una forte vocazione all'artigianato?
Risposta: Ho scelto di aprire qui la mia attività perché, venendo a San Salvo per le vacanze estive, ho notato che mancava una calzoleria.

Domanda: San Salvo è da sempre luogo di scambi e traffici commerciali e culturali. Com'è svolgere la tua professione qui? Pensi che questa storica vocazione agli scambi commerciali abbia in qualche modo influenzato la tua attività?
Risposta: Penso che la mia professione sia poco valorizzata. Non penso che la storica vocazione sansalvese agli scambi commerciali abbia influenzato la mia attività.

Domanda: Calzolaio e ciabattino sono termini usati spesso come sinonimi, ma ad essere precisi la definizione di calzolaio tende a connotare il maestro dell'arte; mentre la definizione di ciabattino tende a connotare prevalentemente l'artigiano dedito ad aggiustare le calzature. Oggi, che la gente acquista soprattutto scarpe di tipo industriale, nella tua professione ti senti più calzolaio o più ciabattino?
Risposta: Oggi mi sento più ciabattino, ma vorrei sentirmi più calzolaio.

E con questa battuta Emiliano si congeda per tornare al ticchettio della sua Arte.

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