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Quarant'anni in scena

La Compagnia di Teatro Sperimentale 'Renato Bevilacqua', il dialetto, gli usi ed i costumi di una città

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La Compagnia di Teatro Sperimentale 'Renato Bevilacqua' Ã¨ in scena in questi giorni con la rappresentazione "A mètte e piccirìlle..ddè l'aijùte" (leggi), ultimo lavoro della compagnia che dal 1980 ha donato a tutti noi decine di spettacoli, alternando copioni della tradizione napoletana a commedie scritte dal regista Angelo Pagano, la più importante delle quali, per la nostra città, "La Porta di la Terra".

La Compagnia nata nel 1977, da un gruppo di amici, conta oltre 40 soci. Nacque con l'intento di ricordare e dunque non far dimenticare, la tradizione contadina, il dialetto, gli usi ed i costumi, della gente che ha vissuto in passato la nostra terra.

Tra risate, i gesti teatrali di Felice Tomeo, Angelo Di Bartolomeo e la bravura di tutta la Compagnia, la lingua i costumi i detti dei nostri nonni, tornano all'uso di un linguaggio che allora era l'unico mezzo di comunicazione. Oggi che sono decine le lingue che si alternano sulle bocche delle persone che incontriamo per strada, al mercato, sul posto di lavoro, in cui i dialetti e le tradizioni si sono moltiplicate, la Compagnia di Teatro Sperimentale e aggiungiamo noi dialettale, assume anche un ruolo storico, di memoria storica.

Ne è un esempio una delle rappresentazioni più importanti della Compagnia, "La Porta di la Terra", che narra i fatti ed i personaggi della nostra città, dal 1902 al 1967, quando la porta di accesso alla città "vecchia", venne abbattuta per far entrare il "progresso". Si alternano sul palco, i briganti, i personaggi di un paesotto di poche centinaia di abitanti, che si sarebbe trasformato nel giro di qualche decennio in città. Ed è quello spettacolo, andato in scena 25 anni fa, che vogliamo riproporvi. 

Riprese e montaggio di Foto Clic Alfonso

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