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“La meje ch vo ben a lu maret j far truuà la cipullat”

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La moglie che vuole bene al marito, gli fa ritrovare la cipollata” è un detto sansalvese sentito spesso da mio padre. Non ho mai capito il senso di questo detto e ho sempre pensato che la cipollata era la frittata di cipolla.

Tempo fa mi hanno prestato un libro dal titolo “Il cuore della Rondinella” che è una guida alla cucina tradizionale della provincia di Chieti scritto dall’Associazione Donne in Campo (Confederazione Italiana Agricoltori) e da Francesco Stoppa. Il libro ha vinto il primo premio nazionale 2015 “L’Italia delle Tipicità. Enogastronomia e Cultura”.

Nel volume ci sono le ricette delle tradizioni contadine dell’intera provincia di Chieti e tra queste c’è una ricetta che mi ha fatto tornare in mente quel detto sentito da mio padre più volte: la cipollata sotto al coppo.

La ricetta:

Ingredienti per 4 persone: Un chilo di cipolle, 500 grammi di pomodori freschi o appassiti, 500 di peperoni freschi misti o secchi; sale e abbondante olio di oliva.

Procedimento: Mettere in una casseruola larga, o una teglia, le cipolle tagliate grossolanamente. Pomodori maturi ma ben sodi e i peperoni. Poggiare sul piano del camino arroventato e coprire con il coppo e circondare, ricoprire con carboni ardenti. Dopo una mezz'ora circa, a cottura ultimata, servire caldo o a temperatura ambiente.

Questo piatto veniva preparato tutto l’anno e questo spiega la presenza di ingredienti freschi o secchi.

La cottura sotto il coppo è una cottura molto particolare che conferisce agli alimenti un sapore davvero unico e che non ha nulla a che fare con l'equivalente cottura in forno o sul gas. I cibi acquisiscono una morbidezza al palato che esalta il sapore dei singoli prodotti.

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