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“Durciulune” (Pasta alla chitarra)

Le ricette dei contadini della provincia di Chieti

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Tutte le domeniche mia  mamma preparava la pasta fatta in casa. Sembrava quasi che non era domenica se  questa mancava. Molto probabilmente era un po’ il ricordo della sua infanzia e della sua gioventù quando la pasta fresca era la routine e quella secca il lusso.

La preparava anche all’ultimo momento nel frattempo che preparava il sugo e anche se la mattina era già stata in campagna. Come ogni conoscenza che si tramanda di madre in figlia, anche quest’arte l’ aveva imparata da piccolissima e a sua volta ha cercato di trasmetterla alla figlia sin dalla più tenera età.

Poteva capitare che il sugo non era perfetto ma il sapore della pasta aggiustava tutto perché nell’impasto metteva “un’ingrediente segreto”, l’amore per i suoi cari.

Utilizzava esclusivamente  farina di grano duro (la cosiddetta “faren de cappell”).  Disponeva a fontana sul tavolo e al centro vi apriva uno o due uova a prescindere dal quantitativo di farina e un paio di pizzichi di sale fino e gradatamente acqua a temperatura ambiente nella giusta dose per avere un impasto compatto da lavorare con le mani. Nel frattempo iniziava a preparare il sugo e lasciava riposare “il panetto” (o la “lana” come la definiva lei) per una decina di minuti e poi la lavorava a lungo con le mani finché non diventava liscio.

Al posto del mattarello utilizzava un manico di scopa di legno comprato apposta (molte delle signore anziane che preparano le “sagnitelle di san Vitale”, patrono di San Salvo, utilizzano il manico di scopa anziché il mattarello). Dopo avere appiattito il panetto, con vera maestria, la stendeva fino a ridurla a un cilindro con un raggio anche di un metro e l’altezza di circa tre millimetri. Piegava “la lana” in due e poi ritagliava dei rettangoli un po’ più piccoli della dimensione della base della “chitarra” per la pasta.  Adagiava il rettangolo di pasta sui fili dello strumento e facendo pressione con il mattarello ne uscivano fuori (in base al lato della chitarra) i classici spaghetti alla chitarra o una sorta di fettuccine.

Le “Donne in Campo-Cia”, principale Associazione italiana di imprenditrici e donne dell’agricoltura, della provincia di Chieti hanno racchiuso le ricette della cucina tradizionale in una guida dal titolo “Il cuore della Rondinella” che si è aggiudicato il primo premio "Italia da conoscere, narrazione del territorio" promosso dall'Associazione Italiana del Libro in collaborazione con il sistema Res Tipica. Per riscoprire queste ricette semplici e salutari, sansalvo.net propone ogni mercoledì una di queste ricette. Ecco la tredicesima ricetta, la pasta alla chitarra. 

Ingredienti

Per la pasta: 600 grammi di farina di grano duro, acqua e sale q.b.

Per il sugo: due chili di carne di castrato o pecora, olio d’oliva, cipolla e alloro, salsa di pomodoro.

Procedimento                               

Impastare e realizzare la massa senza lavorarla troppo per farla risultare porosa; stenderla col mattarello e trafilare con la chitarra. Condire la pasta con il sugo di pecora con aggiunta di un po’ di pomodoro ed una spolverata di pecorino.

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