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«Voi siete il sale della terra …Voi siete la luce del mondo»

Commento al vangelo

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Nel Vangelo di questa domenica, che viene subito dopo le Beatitudini, Gesù dice ai suoi discepoli: «Voi siete il sale della terra …Voi siete la luce del mondo». Questo ci stupisce un po’, se pensiamo a chi aveva davanti Gesù quando diceva queste parole. Chi erano quei discepoli? Erano pescatori, gente semplice…Ma Gesù li guarda con gli occhi di Dio, con compassione. Egli vuole dire: se sarete “poveri in spirito, se sarete miti, se sarete puri di cuore, se sarete misericordiosi”…voi sarete il sale della terra e la luce del mondo!

In questo brano si trova infatti una definizione dell’essere cristiano: essere sale e luce. Il sale insaporisce, conserva, e la luce illumina». Un esempio che invita all’azione, giacché «la luce non è fatta per essere nascosta, perché nascosta neppure si conserva: si spegne» e «neppure il sale è un oggetto da museo o da armadio, da cucina, perché alla fine si rovina con l’umidità e perde la sua forza, il suo sapore».

Ma, come facciamo per evitare che la luce e il sale vengano meno?, cioè, sia debole, si indebolisca proprio nella sua vocazione?». Una risposta può venire da un’altra parabola, quella «delle dieci vergini (Mt, 25,2): cinque stolte e cinque sagge». La saggezza e la stoltezza, ha viene dal fatto «che le une avevano portato con sé l’olio, perché non mancasse» mentre le altre, «giocherellando con la luce», si sono «dimenticate» e la loro luce finì con lo spegnersi.

Possiamo fare un esempio più attuale: «anche la lampadina, quando incomincia a indebolirsi, ci dice che dobbiamo cambiarla o ricaricare la batteria».

La conclusione è comunque la stessa: Qual è l’olio del cristiano? Qual è la “batteria” del cristiano per fare la luce? Semplicemente la preghiera. Noi possiamo fare tante cose, tante opere di misericordia, possiamo fare tante cose grandi, ma se non preghiamo tutto ciò non porterà luce. Quante cose che facciamo e diciamo (gesti d’invidia, gelosia, mancanze di carità, dire bugie…) diventano buie, per mancanza di luce, per mancanza di preghiera, di una preghiera che viene dal cuore. È proprio “quell’olio”, quella “batteria” (la preghiera del cuore), che dà vita alla luce, che ci da la spinta, la forza per ripartire sempre da capo».

Passando all’esempio del sale, possiamo notare «un altro atteggiamento del cristiano»: così come il sale che, per non diventare «una cosa da buttare, calpestare o un oggetto da museo o dimenticato nell’armadio» deve essere usato, così il cristiano deve «darsi» e «insaporire la vita degli altri; insaporire tante cose con la testimonianza del Vangelo». Noi non dobbiamo «conservare noi stessi» ma «dobbiamo essere sale per darci agli altri». Qualcuno potrebbe obiettare: “Se io mi do, do il mio sale, anche la mia luce, quello finirà e anche io finirò nel buio”.

Per concludere: «Illuminiamo con la nostra luce, difendiamoci dalla tentazione di illuminare solo noi stessi». Siamo luce per illuminare, sale per insaporire e conservare. Con le nostre opere buone, «rendiamo gloria al Padre nostro che è nei Cieli». Amen.

 

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