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Dove sei Dio? Il Dio delle sorprese

Commento al Vangelo di Domenica 9 dicembre 2018 – II d’Avvento

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Tiberio Cesare, Ponzio Pilato, Erode, Anna e Caifa: simboli del potere politico e religioso del tempo di Gesù. Ma soprattutto personaggi che fanno da cornice ad un grande evento che sta per accadere. 

La preoccupazione di San Luca nel Vangelo di questa domenica è infatti quella di presentare alla sua comunità la vicenda di Gesù, non come un’invenzione umana ma invece come inserita all’interno di un preciso contesto politico-religioso e in un determinato periodo storico. 

Se ci pensiamo questa polemica, a cui l’evangelista cerca di rispondere, è ancora attuale perché in molti pensano tutt’oggi che la vicenda di Gesù sia tutta una invenzione e non una storia di uomini e donne realmente vissuti.

Eppure in quel contesto storico, in quella storia umana con le sue fragilità e le sue contraddizioni, quando l’uomo credeva di essere il centro della sua storia, di questa storia, Dio sorprende e viene su un uomo Giovanni.

Luca ci presenta due luoghi geografici: da un lato il potere, il posto dove sono concentrate tutte le attenzioni di Israele e dall’altro il deserto, il luogo invece dove non ci sono riflettori. 

Eppure la parola di Dio non scende dove tutti si aspetterebbero ma dove nessuno va. 

Luca ci vuole dire che Dio non va cercato dove pensiamo di trovarlo ma lì invece dove non siamo abituati a pensarlo.

Siamo spesso abituati a cercarlo nei luoghi appariscenti, eppure questa parola ci invita a chiederci: a me dove Dio parlerà? 

Perché lo farà, e lo farà nelle situazioni e nelle persone più impensate.

Occorrono però alcune condizioni per riconoscerlo: spianare i burroni, riempire le valli, raddrizzare le vie. 

Sono immagini evidentemente irrealizzabili ma che ci permettono di cogliere il messaggio insito dentro di esse che parla al nostro cuore e alla nostra interiorità. 

Un burrone è un abisso, è un vuoto.

Giovanni ci chiede di riacquistare la nostra dignità, di riempire i nostri vuoti. Di uscire dalle nostre tristezze e negatività della vita. 

Le statue tortuose, cioè l’accavallarsi dei pensieri che diventano tortuosi, che ci tolgono il sonno e la serenità. 

Giovanni ci chiede di semplificarli per uscire dal labirinto dei pensieri che molte volte ci rendono incomprensibili agli altri e anche a noi stessi. 

Infine il monte abbassato, il contrario del burrone, immagine non di gioia, ma l’eccesso di vita che ci fa diventare superficiali, quel bisogno di distrarci a tutti i costi per sentirci euforici. Chiediamoci allora: dove questa parola di Dio risuona per noi oggi? 

Seguiamo le indicazioni che Giovanni ci mostra per vivere un avvento di libertà e di rinascita. Buon cammino.

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