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“Ricordo la gioia dei sansalvesi quando il 3 novembre del 1943 sono arrivati gli alleati”

La storia di San Salvo raccontata da Ennio Di Pierro

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Il 3 novembre del 1943 a San Salvo sono arrivate le truppe degli alleati che hanno cacciato i tedeschi che si si erano insediati nel paese. All’epoca Ennio Di Pierro aveva 8 anni e ricorda ancora molti particolari come se fosse ieri.

I tedeschi erano arrivati in paese nel 1942 e avevano stabilito il loro comando nella casa di Granata Vincenzo perché anche se in periferia, all’epoca era una delle case più grandi, belle e signorili di San Salvo dotata anche di recinto.

I soldati non si mischiavano mai con la popolazione. Rubavano maiali, polli, salami e ogni tipo di cibaria più per fame che per una volontà di fare del male.

Intimavano con il mitra agli uomini sansalvesi di andare a costruire le trincee sulla vallata del Trigno.  Nel settembre del 43 il papà di Ennio, Virginio, insieme a Vitale Cardarella, era appena tornato dalla guerra in Jugoslavia percorrendo il percorso a piedi per tredici giorni e tredici notti. Il giorno stesso che era tornato a casa, si era affacciato sul balcone in via Savoia e un soldato col mitra gli aveva intimato di andare con lui per scavare con picconi e pale le trincee dalle parti del fiume. Quasi tra se e sé  disse “Ma va….., sono appena tornato a casa dalla guerra!” Insieme a Virginio avevano preso anche Camicia Carlo Alberto, il segretario del partito comunista di San Salvo che criticava i fascisti. E il papà di Ennio gli aveva detto “Carlo statti calmo sennò questi ci ammazzano a tutti e due.”

Il comando tedesco in tutto il periodo in cui sono rimasti a San Salvo hanno mantenuto il fronte con un solo carrarmato. Nel momento dell’arrivo degli alleati sparavano una volta dalle parti di via Montegrappa e poi si spostavano e andavano a sparare vicino a corso Umberto (che i sansalvesi chiamavano "lu murajan d’ la mammen”).

A un certo punto anche i tedeschi cominciavano ad avere paura perchè sapevano che stavano per arrivare gli alleati. Nella notte precedente alcuni sansalvesi, forti di questa consapevolezza, avevano ammazzato due stedeschi.

I sansalvesi vissero l’arrivo degli alleati come una festa perchè significava la liberazione da quel clima di paura che si era creato con i tedeschi. Il tre novembre, questi ultimi, dopo l’arrivo degli alleati sono scappati e nell’atto di ritirata mentre percorrevano, corso Garibaldi, hanno sparato un ultimo colpo di cannone che, colpendo una casa posta sulla Porta Della Terre, ha ucciso Alessandro Cilli. Una scheggia ha anche ferito il braccio alla sua nipotina che era con lui.

Gli alleati alloggiavano in tende sparse in paese e si erano portati “ogni ben di Dio”. Scatolette di carne, sigarette (i sansalvesi prima fumavano la paglia delle sedie), tavolette di cioccolato, latte in polvere e  arachidi erano delle novità assolute per i sansalvesi.

Durante il periodo degli alleati Ennio aveva catturato un uccellino con “lu scarcarell” (la tagliola) e un soldato inglese puntando un mitra, gli ha intimato di liberare l’uccellino. "Quanto stavano anni luce avanti rispetto a noi".

 

 

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