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Antonino "Ho sempre svolto il mio lavoro con grande passione"

Storie di vita

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Antonino Chioditti è uno dei primi idraulici di San Salvo che ha vissuto fino in fondo la trasformazione di San Salvo da una realtà prettamente agricola a una fondamentalmente industriale. Di seguito l’intervista a Antonino.

Mi parli un po’ di te e di come e perché hai scelto di fare l’idraulico?

Io sono nato il 9 novembre del 1948 e sono figlio di ortolani. All’età di dieci anni mio padre mi mandò dal fabbro Mastro Nicola Masciulli affinché io imparassi un mestiere. Dopo un po’ cambiai e andai da Mastro Trentino De Luca ed è lì che scoccò la scintilla per quello che è stato poi il mio futuro. Trentino, pure se era un fabbro, quando a San Salvo arrivò l’acquedotto, cominciò a mettere le prime tubazioni per portare l’acqua davanti casa e nei giardini. All’epoca avere l’acqua aprendo un semplice rubinetto davanti casa anzichè dover andare alla fonte con secchi e conche in testa, era una grandissima comodità.

Di lì a breve arrivarono la Siv e la Magneti Marelli che diedero un grande impulso all’edilizia in generale e ai lavori di idraulica in particolare.  Non si poteva neanche camminare per strada per i mucchi di cemento e muratori in movimento che costruivano nuove case. Nel 1963 ho avuto il mio primo libretto del lavoro e cominciai a lavorare per il cantiere dell’ex Hotel Cristallo.

Hai seguito un corso di formazione per imparare questo lavoro?

Per i lavori di idraulica dovevano venire delle ditte di Vasto. Nel ‘66 la SIV chiamò un gruppo di giovani da formare, tra cui anche me, pagandoci un corso della durata di un anno alle Salesiani di Vasto su “idraulica, carpenteria metallica e saldatura”. Allo scadere dell’anno ci assunse tutti in fabbrica. Tu pensa che uno di noi prendeva uno stipendio di 65.000£, mentre un operaio comune prendeva 25.000£. Anche se guadagnavo benissimo, quel lavoro non faceva per me. Mi stava stretto e così dopo il primo stipendio, mi sono licenziato con grande inquietudine di mio padre. Nel gennaio del ‘68 un amico, incontrato per caso al bar insieme ad altri amici, ci disse che in Germania servivano degli operai e così sono emigrato. Dopo un paio di mesi in quella fabbrica, (ironia della sorte, anche questa lavorava il vetro), mi sono trasferito in un’altra città dove trovai una ditta idraulica. E così ho ricominciato a seguire la mia passione e aspirazione. All’epoca in Italia c’era l’obbligo di leva e dovevo scegliere se restare in Germania per altri 7 anni oppure tornare a casa e partire militare. Ho preferito tornare nella mia patria e sono subito stato arruolato nel corpo degli alpini a Tarvisio dove vi sono rimasto per tutti i 15 mesi. È stata un’esperienza bellissima! Secondo me questa è un’arma che insegna tantissimo. Sembrerà strano a dirlo ma fa scattare dentro ognuno la voglia di aiutare il prossimo. Il nostro servizio lo espletavamo in montagna dove specialmente nei periodi invernali c’era bisogno di spalare o battere la neve per permettere ai civili di potersi muovere o portare cibo a persone rimaste bloccate dalla neve e in tutte le altre situazioni di bisogno che si potevano creare in montagna. L’alzabandiera era per tutti un momento di grande commozione. Tuttora io mi sento un alpino a tutti gli effetti.

Finito il periodo di leva ti sei messo subito in proprio?

Più o meno. Avevo capito e deciso che volevo fare l’idraulico. Mi sono iscritto formalmente all’artigianato nel gennaio del 1972 e ho vissuto questo lavoro sempre con grande passione. Sono stato il primo a San Salvo, nel 2008 ho raggiunto la meritata pensione, ma sono sempre disponibile e presente per consigli e supporti a mio figlio Luca che sin da piccolo si è appassionato anche lui a questo lavoro e ha voluto portare avanti quella che era la mia attività.

Cos’é la cosa più bella del tuo lavoro?

Non te lo so dire. Sicuramente il vedere funzionare un qualcosa realizzato con le proprie mani e inventiva, dà una grande soddisfazione. E poi un’altra cosa molto bella di questo lavoro è il rapporto che si instaura con i propri clienti di rispetto e fiducia reciproca che dura nel corso degli anni. E’ un lavoro che ho sempre fatto con piacere e col cuore.

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