Partecipa a SanSalvo.net

Sei già registrato? Accedi

Password dimenticata? Recuperala

Silvio Di Fabio,: “Con le mie capacità mi piacerebbe fare qualcosa di utile per gli altri”

Il campione nazionale della memoria

Condividi su:

Silvio Di Fabio è un residente sansansalvese trentaquattrenne che negli ultimi giorni è saltato sulle cronache nazionali per essersi confermato per il secondo anno consecutivo “Campione italiano di memoria nella finale di Milano del torneo organizzato da Matteo Salvo, vincitore a Londra nel 2013 del titolo di International Master of Memory. Di seguito una breve intervista

Quando hai acquisito la consapevolezza delle tue capacità?

A circa 4 anni, prima di entrare alla scuola materna, già sapevo leggere e scrivere semplicemente perché chiedevo a mia madre cosa fossero quei “segni”. Lei, in maniera semplice e naturale, provò a spiegarmeli. Anche negli anni a seguire mi distinguevo per una straordinaria capacità di memorizzare e apprendere facilmente diverse discipline. Alle elementari mi chiamavano sapientino. Studiare per me era un vero piacere. Tutto mi appassionava perché ero e sono curioso di quasi ogni argomento. Ogni informazione per me ha un impatto emotivo molto forte e ciò mi aiuta a memorizzare con estrema facilità. Ho sempre percepito fortemente questo mio dono ma qualche anno fa ho voluto avere un riscontro scientifico e ho consultato alcuni professionisti in materia che hanno poi certificato, con diversi test specialistici, quel che viene denominata “plusdotazione”.

Cosa ti ha condotto al campionato che ti ha proclamato, per il secondo anno consecutivo, campione nazionale della memoria e come ti sei allenato?

Ci sono arrivato un po’ per caso e ho voluto partecipare sia per misurare le mie capacità sia semplicemente come un gioco. Per imparare l’inglese, una lingua importante per il lavoro e al contempo ostica per me, mi sono avvicinato alle tecniche di memorizzazione delle informazioni che non hanno fatto altro che affinare la mia propensione naturale nell’apprendere e memorizzare velocemente. Tali tecniche sono poi state anche utili per vincere il campionato. Prima di affrontare la competizione, mi sono esercitato mezz’ora al giorno con mazzi di carte e sequenze di numeri per circa due mesi. Anche il mio lavoro di ricerca, che richiede uno studio e un apprendimento continuo, mi aiuta a migliorare.

Quali sono stati i tuoi principali percorsi scolastici?

Gli insegnanti delle scuole medie mi consigliarono il liceo scientifico ma ho preferito scegliere le materie scientifiche da un punto di vista più pratico. E anche all’Università ho proseguito un percorso scientifico e dopo essermi laureato in Chimica Biologica, mi sono avvicinato al mondo dell’economia conseguendo una seconda laurea in Economia Aziendale e successivamente una laurea specialistica in Economia e Commercio. Inoltre, durante il secondo anno della specialistica, ho ottenuto anche un Master in tecnica bancaria. Esattamente una settimana fa, il 22 marzo presso la facoltà di Economia dell’Università Politecnica delle Marche, ho discusso la mia tesi di Dottorato (di Ricerca). A scuola, spesso mi bastava ascoltare la lezione in classe o una sola lettura per riuscire a comprendere e memorizzare i concetti, anche e soprattutto grazie a una spiccata curiosità, simile a quella dei bambini che non si pongono problemi ma desiderano semplicemente scoprire il mondo che li circonda.

Questo tuo dono quanto ti è stato utile nel mondo del lavoro?

Sono figlio di brave e semplici persone e ogni traguardo l’ho raggiunto esclusivamente con le mie capacità. Nel periodo degli studi ho quasi sempre lavorato, fin dall’estate dei miei 14 anni. Tali esperienze le ho sempre considerate occasioni per apprendere cose nuove. Ho cercato di affrontare ogni circostanza con grande entusiasmo, anche nei periodi di crisi economica. Ed è proprio intorno ai 30 anni che ho deciso di mettermi nuovamente in gioco e di seguire quella che è sempre stata la mia passione, ossia la ricerca. E così ho partecipato al concorso per l’ammissione al Dottorato di Ricerca all’Università Politecnica delle Marche.

Cosa ti piacerebbe fare con questa tua dote?

Ciò che anima la mia vita è la passione per tutto ciò che mi circonda. E vorrei davvero che questa mia passione nel mondo della ricerca possa essere utile agli altri. 

 

Condividi su:

Seguici su Facebook