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Il racconto delle origini di San Salvo di Evaristo Sparvieri

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Ruggiero, coronato primo Re delle Due Sicilie, di nazionalità normanna, volendo portare nel suo Regno la Religione, chiese ed ottenne da Bernardo di Chiaravalle, alcuni Religiosi tra i migliori di quell’Ordine.

I Cistercensi, venuti nel Regno delle due Sicilie, ed arricchiti di considerevoli fondi, tra le varie Badie, ne fondarono una presso la foce del fiume Trineo o Tregno (oggi Trigno), intitolata a Santa Maria della Ferrara.

Da questa nel 1200, se ne staccò una seconda, che prese la sua sede a breve distanza dalla prima, e precisamente più all’interno, con la denominazione di “Badia di San Vito”. Successivamente, a tale denominazione si aggiungeva quella di”Salvo”, perché il Monaco Salvo, (venuto dalla Badia di Santa Maria della Ferrara a fondare la nuova Badia), si acquistò fama di santità e, alla sua morte, fu proclamato Santo dalla Chiesa.

La Badia dei Santi Vito e Salvo, assunse tanta fama per santità e lettere ,da essere dichiarata, dal Romano Pontefice,”Abbazia Nullius”, dotata di Giurisdizione Episcopale sopra il Clero ed il Popolo, con bolla del Papa Clemente IV e acquistò, per munificenza dell’ Imperatore Federico Barbarossa e dei Monarchi del Regno di Napoli, vari feudi con giurisdizione e vassallaggio.

Pertanto ebbe in possesso i ”Casali di San Giorgio” (presso Pescara), la Chiesa di Santa Maria della Furca e del Casale Laurino (oggi Forca di Penne in Teramo), ed altre Chiese presso Atessa e di Tornareccio, come Santa Maria de Palled e San Giovanni de Arcola.

Nel 1453 , i Cistercensi, in seguito a piraterie turche, e anche perché il luogo si rendeva spesso acquitrinoso ( per la sua posizione pianeggiante ) abbandonarono la Badia che dal Papa di allora era stata dichiarata ”Commenda Circoncistoriale” (per cui vari Cardinali ebbero il Titolo della Badia suddetta, amministrandola per mezzo di Vicari generalizzati, come Monsignor Toppi (Vescovo di Mileto), e si stabilirono nella parte collinare della zona, dando origine ad un nuovo Centro abitato, a cui diedero il nome di “ San Salvo”, in omaggio al loro confratello elevato agli onori dell’Altare.

Una speciale menzione merita il Cardinale Pier Luigi Carafa che, a San Salvo (verso la fine del XVII secolo) portò i Padri Celestini e fondò un' Università di Studi; altresì nello stesso periodo, lo stesso Cardinale, fece omaggio alla Chiesa di San Salvo, dell’Urna contenente le ossa di San Vitale Martire che, il popolo sansalvese elesse a suo Protettore.

Da scavi effettuati recentemente nella piazza antistante la Chiesa Parrocchiale intitolata a San Giuseppe, sono emersi reperti di fondamenta che, secondo gli esperti , risalgono a costruzioni dell’Antica Roma e del Medio Evo.

Da ciò si può dedurre che i monaci Cistercensi fondarono la loro Badia intitolata a San Salvo, su ruderi già esistenti nel posto, e chissà che questo non sia il luogo dove sorgeva l’antico borgo denominato “Buca”e di cui nessuno storico è mai riuscito a localizzarne, con precisione, il luogo della sua ubicazione.

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