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San Vitale, la preparazione delle 'sagnitelle'

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Oggi pomeriggio donne, uomini e bambini si sono ritrovati nella palestra di Via De Vito per preparare le tradizionali 'sagnitelle' di San Vitale.

A fare da ciceroni c’erano i membri del comitato festa di San Vitale e coloro che hanno sempre partecipato a questo evento per devozione al santo patrono di San Salvo. Tra questi spiccava una ottantenne che con l’energia e la precisione di una trentenne, lavorava l’impasto, lo stendeva , tagliava le sagnitelle e con la dolcezza di chi non è geloso di quello che sa, dava consigli alle meno  esperte e al bambino che si voleva cimentare nella stesura della pasta. Sono settant’anni che questa signora, con tanto amore, partecipa  a questo evento.

C’erano anche mogli e mariti che collaboravano nel lavoro. Tra questi c’era anche una coppia di francesi, (il cui marito vantava origini sansalvesi), ospitati da parenti a San Salvo da Pasqua. Anche la signora francese si cimentava nel complicato lavoro della stesura della pasta.
L’impasto veniva effettuato con l’aiuto di una impastatrice. Le masse impastate, venivano poste al centro di enormi tavoli. Poi si provvedeva a spezzare dei pezzi, che venivano rilavorati, fino a quando questi diventavano lisci.

Si prendevano poi “l’cannilli” (mattarelli con dimensioni diverse rispetto a quelli normalmente in commercio), e con questi si provvedeva a stendere la pasta, fino ad uno spessore di circa un paio di millimetri. Queste maxi sfoglie di circa 70/80 cm di diametro, arrotolate a quei mattarelli venivano srotolate su apposite “tavole” predisposte per l’occasione . Ovviamente per impedire che queste si attaccassero le une alle altre, le si cospargeva con tanta farina. Dopo che le sfoglie si riposavano un po’,  ma prima che diventassero  troppo asciutte, si procedeva al taglio a mano delle sagnitelle.
La particolarità di queste sagnitelle è proprio la loro lavorazione manuale. La stesura, (non è liscia come quella della macchinetta) e il taglio di mani diverse, la rendono una pasta non uniforme, ma proprio per questo, riesce a esaltare il sapore del sugo.
Ogni tanto si udiva intonare  un canto allegro e spensierato. Si chiacchierava del più e del meno con le persone vicine, mentre qualche anziana raccontava di quello che “era”.

La bellezza di questi preparativi è il ritrovarsi insieme per una cosa bella .

 

servizio video e foto di Antonia Schiavarelli

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