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Mmm!!! Che buona la cicerchiata!!!

Una delle ricette della tradizione più classiche nel periodo di carnevale

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Per noi sansalvesi la "cicerchiata" è un dolce tipico di carnevale.

Una volta, la preparazione di questo dolce diventava un'occasione in cui le donne si riunivano e si aiutavano a vicenda.

Anche mia mamma, in uno dei giorni della “settimana grassa” (comunque prima del venerdì), quando noi eravamo ancora piccoli, si organizzava con le zie e con la nonna per fare la cicirchiata.

Spesso si trattava di stare una mezza giornata insieme sia per la laboriosità della procedura e sia per la quantità. Si faceva la cicerchiata per tutte le famiglie coinvolte e spesso anche, almeno un piccolo assaggio, per le amicizie più strette di ciascuna di loro.

Quando noi figli siamo cresciuti, mia mamma ha cominciato a coinvolgerci in questa tradizione. Ci “armava” con dei piccoli coltelli e in cinque tagliavamo i cilindretti di cicerchiata.  

Arrivata l’età dell’adolescenza, i fratelli maschi si sono defilati e ci ritrovavamo solo io e mamma nella preparazione di questo dolce di cui sono sempre stata molto ghiotta. Siccome il vecchio sistema richiedeva un sacco di tempo, ho sperimentato l’allineamento dei bastoncini e a sostituire il coltello con il tagliapasta. La dimensione dei cubetti non era precisa come con il coltello ma i tempi di taglio si riducevano di dieci volte.  

Ora che mia mamma non c’è più, conservo nel cuore quei momenti belli vissuti con lei e che in quel momento, mi sembravano scontati.

La ricetta tradizionale (quella della nonna) della base è fatta con: 1 uovo1 cucchiaio di olio d’oliva1/2 cucchiaio scarso di zuccheroun pizzico di sale e la farina che questi richiedono per avere un impasto medio morbido da lavorare con le mani. È facoltativo aggiungere a questa base un aroma come buccia di limone.

Il procedimento.

Gli ingredienti sono amalgamati in una ciotola per avere un panetto medio morbido che si lascia riposare per almeno dieci minuti. Il tempo di riposo serve per lavorare più agevolmente la pasta. Da questo panetto si ricava tanti rotolini tipo grissini di massimo un centimetro di diametro e poi tagliati in cilindretti di un centimetro o utilizzando un coltello e tagliando i rotolini uno ad uno oppure in maniera molto più veloce si allineano i rotolini sul tavolo si fa scorrere il tagliapasta su di essi. In questa fase non bisogna usare farina sia perché lascia residui e sia perché contribuisce ad aumentare la schiuma in fase di frittura.

Si lasciano riposare questi cilindretti per almeno un quarto d’ora in modo che si asciughino un po’ e sia poi più facile separarli l’uno dall’altro in fase di frittura. Poi si  friggono in abbondante olio. Una volta si utilizzava l’olio d’oliva; oggi si preferisce usare l’olio di semi. La frittura della cicirchiata è molto particolare in quanto man mano che l’olio che si va avanti, si hanno problemi di schiuma e quando questo si verifica e si ha ancora da friggere conviene lavare la padella e cambiare olio altrimenti i chicchi di cicerchiata si inzuppano di olio. Ogni frittura va posta in uno scolapasta e prima di porci la frittura successiva conviene porla in un'altra ciotola altrimenti i primi chicchi assorbono la scolatura dell’olio dei successivi.

Per ogni uovo utilizzato occorrono 100 grammi circa di miele solido. Si pone la quantità di miele adeguata alla dimensione della pentola (una volta si utilizzava la “fssora” una grossa padella di ferro) a caramellare. I produttori di miele suggeriscono 8 minuti a fuoco basso. A questo punto si aggiungono un quantitativo di chicchi adeguati alla pentola e si amalgamano con il miele per qualche secondo in pentola e, con le mani bagnate, si riempiono dei pirottini di carta mono dosi oppure si ricrea la classica forma di ciambella. Si possono guarnire con codette di coriandoli per dolci oppure con mandorle sfilettate. Un trito di mandorle pre-sbucciate e pre-tostate possono essere messe ad amalgamare anche nel miele fatto indorare.

 

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