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Scomparsa di Pino Daniele, il ricordo di Pasqualino Onofrillo

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Avevo poco più di dodici anni quando la sigla conclusiva della trasmissione sportiva delle 20.00 Domenica Sprint catturò la mia attenzione: era Na tazzulelle e café, (B side della più popolare Napule è) canzone che parrebbe così antica, ma molto molto attuale nei suoi contenuti.

Negli anni della post adolescenza fu uno dei primi cantanti con la C maiuscola a venire in tourné dalle nostre parti; non potetti vederlo a Vasto perché impegnato nel mio primo lavoro da cameriere, ma invidiai i racconti dei miei amici che mi narravano anche i minimi particolari dello spettacolare concerto.
Mi presi la rivincita alcuni anni più tardi quando durante la tourné di promozione del doppio album Sciò andai a tre concerti di seguito (Pescara, Chieti e Foggia).

Mi è stato più facile, mentre lavoravo a Pescara, alcuni anni dopo, fare cambio turno con un mio collega e ascoltarlo allo stadio Adriatico insieme al mio compagno di studi Fabio, tornato di corsa da Roma.
La seconda volta a Vasto non me lo sono fatto scappare... in tutti i sensi visto che l'ho inseguito fin dentro al suo pullman per un autografo, litigando con uno sterminato gruppo di fans napoletani.

A Roma, ai tempi dell'università, ricordo indistintamente il suo saluto iniziale «Bonne Soirèe a tutt quant» all'interno di un Palaeur gremito all'inverosimile.
Sotto la pioggia (che emozione durante l'esibizione di Quanno chiove) a Cava dei Tirreni con Luciano che mi spiegava chi era la special guest dell'evento campano il chitarrista Pat Metheny.
Credo che l'ultima volta sia stata nuovamente Pescara insieme con gli amici di sempre.

Ma la cosa che mi fa sorridere in questi giorni tristi è ricordare che la prima canzone pop che mio figlio Luca ha imparato, a memoria, frugando nei miei CD in macchina, è stata Je so' pazzo... aveva circa dodici anni!!

La brutta notizia dell'altra notte mi ha privato del concerto più affascinante: quello in compagnia di Luca.

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