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Referendum del 4 dicembre (una breve riflessione di un cittadino)

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Fra circa un mese, il 4 dicembre, saremo chiamati alle urne, per decidere con il nostro voto, se approvare o respingere la riforma costituzionale.

Il progetto della riforma ha avuto un" ITER" lungo oltre trent'anni.

Iniziò nel 1980 con la formazione di due comitati parlamentari.

Nel 1983 seguì la commissione bicamerale: Bozzi.

Nel 1993 la commissione: Iotti- De Mita,

Nel 1997 la commissione D'Alema; dopo il fallimento di quest'ultima, si prese atto dell’impossibilità di riformare la Costituzione" per blocchi" e si optò per la tecnica dei piccoli passi, fino al referendum del 2006 che bocciò l'ultimo progetto.

Come si può vedere il percorso è stato lungo, ma soprattutto molto travagliato. Il 4 dicembre ognuno di noi dovrà decidere se approvare o respingere il progetto di legge varato dal Parlamento.

Io penso che se vogliamo dare un" Input" di ammodernamento e di snellimento degli Organismi Costituzionali,a partire dalla riduzione del numero dei POLITICI e di conseguenza alla riduzione dei costi della politica, dobbiamo riflettere seriamente ,prima di esprimere il nostro voto.

In questi ultimi giorni, al Parlamento c'è stato un tentativo di discussione sul dimezzamento delle retribuzioni dei Politici, purtroppo fallito: quando si tocca la loro tasca guarda caso tutti (dall'estrema destra all'estrema sinistra) sollevano obiezioni e cavilli, al fine di far fallire le proposte.

Solo approvando la riforma, che prevede la riduzione dei parlamentari, si realizzerà il contenimento dei costi della politica.

In questi giorni si susseguono manifestazioni, convegni e tante altre iniziative, a favore o contro la riforma.

Personalmente posso capire che le opposizioni di destra, intravedono la probabilità di un ritorno al potere, in caso di vittoria del  NO, ma sinceramente non capisco e non giustifico la sinistra storica e quella moderna, che fa il gioco  della destra, osteggiando e schierandosi per il NO.

Questi politici arroccati sulle loro posizioni, non fanno altro che danneggiare e rallentare lo sviluppo e l'ammodernamento del sistema elettorale e politico del paese.

Questa posizione è irresponsabile e di parte: potrebbe riconsegnare il paese alla destra o ancora peggio, ad un movimento che da quanto è sorto non ha fatto altro che dire no a tutto e a tutti. In questo modo corriamo il rischio di ritornare al passato, quando un difensore (A suo dire) della democrazia e dei diritti dei proletari ritirò la fiducia al governo D'alema e consegnò il paese alla destra.

Mi auguro che questo non si ripeta e invito tutti a riflettere fino al 4 dicembre.

 

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