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"Quel che colpiva in lui era la sua purezza, la sua gioia, la sua pietà"

Ieri al secondo appuntamento dell'Azione Cattolica di san Nicola, Anna Santoro ha presentato Piegiorgio Frassati

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Ieri, presso la chiesa di San Nicola a San Salvo, Anna Santoro ha presentato la figura di un grande testimone del vangelo: Piergiorgio Frassati. Questo è il secondo appuntamento del mese di ottobre dedicato a chi ha scelto di fare della sua vita un dono.

Pier Giorgio Frassati è davvero l'uomo delle beatitudini, come lo ha definito il santo Giovanni Paolo II. Un giovane che ha saputo vivere la sua vita in pienezza proprio perché non ha tenuto nulla per sé ma ogni cosa, tutto il suo essere, è stato dono  per gli altri. Ha tratto la sua forza dalla preghiera e dalla Santa comunione ricevuta ogni giorno. Agli uomini e alle donne di oggi dà un messaggio molto forte: che è possibile vivere una vita "normale" nella santità e nel dono totale di sé.

Piergiorgio Frassati nasce a Torino il 6 aprile 1901, è un Sabato Santo. E’ figlio di Alfredo Frassati, proprietario del quotidiano La Stampa e artefice del grande successo di questo giornale, non credente, e di Adelaide Ametis.

Piergiorgio era il classico rampollo di famiglia che secondo la logica del mondo doveva avere un futuro assicurato. Durante la sua adolescenza si avvicina ad alcune associazioni di carattere spirituale impegnate nella carità che insieme alla lettura di testi sacri e alla frequenza dei sacramenti modellano la sua vita.

La sua grande fede lo porta ad avvicinare moltissima gente, di ogni età ricercando in ciascuno di loro un rapporto di amicizia. Spesso e volentieri si ritrova tra i diseredati, i poveri, i soli. Piergiorgio entra nel mondo universitario iscrivendosi a ingegneria Meccanica con specializzazione mineraria perchè voleva aiutare i suoi amici operai che lavoravano nelle miniere.

Un rapporto speciale è quello che lega Piergiorgio alla sorella Luciana, di pochi mesi più piccola di lui. Sono avviati agli studi insieme, insieme al catechismo; educati senza differenze, crescono fianco a fianco, sviluppando i propri diversi caratteri ma mantenendo sempre un forte rapporto di comunanza.

Il 14 maggio 1922 Piergiorgio si iscrive al circolo “Milites Mariae” della Società della Gioventù cattolica Italiana, ramo maschile dell’Azione Cattolica. Motto della Gioventù cattolica è “Preghiera, Azione, Sacrificio”, le tre parole che rispecchiano il suo modo di intendere la vita.

Frassati muore a 24 anni, ad un passo dalla laurea per una poliomelite fulminante che lo porta via in sei giorni. I suoi ultimi mesi di vita sono tormentati da una forte sofferenza interiore. Diverse sono le cose che lo angustiano. Anzitutto l’acuta tensione tra i genitori che non si è mai placata. Alcuni giorni prima di morire aveva detto ad un amico: “Il giorno della mia morte sarà il più bello della mia vita”.

Infatti così fu. Accorse una folla immensa non per il suo nome illustre ma per la sua vita seppur breve vissuta anche tra i poveri e gli ultimi. Giovani, anziani, uomini, donne, benestanti, poveri, rendono visita al loro amico. Una fila di volti sconosciuti, di persone che amano quel giovane così buono, generoso, da cui tante volte o anche una sola, hanno ricevuto una parola, un sorriso, un aiuto.

Scrive di lui il gesuita e teologo Karl Rahner:

Quel che colpiva in lui era la sua purezza, la sua gioia raggiante, la sua pietà, la sua libertà di figlio di Dio per tutto quello che c'è di bello nel mondo, il suo senso sociale, la coscienza che aveva di condividere la vita e il destino della Chiesa.La sua fede non aveva nessuna «spiegazione» umana. Frassati non era cristiano né per reazione contro la generazione liberale e anticlericale dei suoi genitori, né per non saprei quale motivo «culturale». La sua fede si nutriva della sostanza stessa del cristianesimo.

Il suo modo di vivere si può riassumere così:

La vita è un dono: la vita è da donare. Non c’è nulla da tener per sé, perché nulla ci appartiene.

(Sintesi dell'intervento di Anna Santoro)

 

https://parrocchie20.cittanet.net/2018/10/13/quel-che-colpiva-in-lui-era-la-sua-purezza-la-sua-gioia-la-sua-pieta/

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