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Un auspicio cittadino

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Grida di battaglie, di promesse, di auto-elevazioni di potere che animano uomini in queste società, in parte, dimenticate.
Tentare di raccontare la storia delle prime aggregazioni sociali dell’umanità in un breve articolo è compito assai duro e longevo.
Le prime civiltà o democrazie, le prime tirannie, i primi stati ed ancora le prime guerre servite all’imposizione di massa o individuale di alcuni gruppi di cittadini o di uomini soli sono a tutti noi presenti nell’animo ma spesso non consapevoli. Tutte, comunque, grandi storie dietro, con le proprie vite messe al servizio del ricordo dell’uomo.
Ricordo la frase di un mio mentore nella quale dice: “non scordate mai che le guerre erano fatte dall’uomo con il tentativo di vincere ed innalzarsi all’immortalità quanto Dio”.
Non scordiamo di essere umani, non scordiamo le nostre origini e i grandi sacrifici, non scordiamo la nostra storia collettiva e individuale. Ricordo quando, da ragazzo, odiavo profondamente la materia di storia interrogandomi continuamente sulla veridicità dei testi e documenti a noi tramandati; “ma sarà tutto vero quello che è scritto qui sopra? E se alcune parole fossero state dimenticate o inserite di troppo nel testo tale da renderlo quasi come una storia fantastica?
In proposito scrive Paul Radin: “da un punto di vista psicologico si potrebbe affermare che la storia della civiltà umana descrive in larga misura il tentativo dell’uomo di dimenticare l’evoluzione che lo ha condotto dallo stato di animale a quello di uomo” e continua C.G.Jung: “in apparenza l’uomo ha dimenticato, nel fondo non ha dimenticato nulla”.
“Non bisogna mai dimenticare che ogni uomo rappresenta in un certo senso tutta l’umanità e la sua storia” (C.G.Jung, Opere 8)
Forse questo potrebbe essere un buon consiglio di quel divenire consapevoli  di quanta storia ci portiamo sulle nostre spalle e sul non scordare mai degli istinti che ci governano, in fondo non siamo che animali superiori, ma di questo meglio non dilungarci.
Sono partito dalla politica ma sono cascato in cenni di storia dell’umanità, non sarà certamente un caso. Proprio in tutte queste evoluzioni, possiamo rintracciare anche quella che era ed è oggi la politica, ma non voglio e soprattutto non posso, non essendo mie competenze, addentrarmi in questioni di questo genere. La cosa sulla quale mi piacerebbe pronunciare è il significato proprio della politica. Dal latino “politicus” dal greco “politikòs”, da “polites” (=cittadino), da “polis” (=città), quest’ultima da una radice indoeuropea. Non è difficile capire il significato di essere un cittadino politico, essere appartenente ad un ordine più allargato atto a formare quella che è la città. Purtroppo però, queste cose non se ne sentono in giro, le cose importanti sono le promesse, le calunnie,  i tornaconto personali ed accuse su accuse. Si pensa a fregare il sistema prima ancora che sia messo al servizio dei cittadini.
Dove sono finiti gli ideali ed il riconoscimento di sentirsi davvero uomini sociali, dove sono finite le piazze arricchite di gente che magari si lanciano anche un saluto, dove è finito quel focolare che un tempo riuniva tutta la famiglia per raccontarsi una storia di esperienze passate e darsi una speranza di essere davvero tutti cittadini politici?

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